Calendario Ordini

domenica 30 gennaio 2011

L'alba del giorno dopo: un mondo senza ......!

Cosa succederebbe se il mondo rimanesse senza petrolio? E se la Terra smettesse di girare?



Cosa succederebbe alla vita umana se uno degli elementi fondamentali del nostro ambiente subisse alterazioni radicali?
Abituati come siamo alle comodità del mondo moderno, spesso tendiamo a dare per scontato il nostro stile di vita. Ma in realtà non è così, e questo interrogativo, in un giorno più o meno lontano, potrebbe divenire di pressante attualità. 
Per cercare di rispondere a queste domande la serie ''L'alba del giorno dopo'' analizza le capacità di adattamento del genere umano, immaginando che l'ambiente e le risorse naturali arrivino al limite e che l'uomo sia costretto ad adottare nuove strategie di sopravvivenza.  
Simulando una serie di scenari estremizzati, L'alba del giorno dopo esamina le conoscenze scientifiche che oggi consentono di prevedere le conseguenze di questi possibili sconvolgimenti.
 E ci invita a riflettere su un modello di vita talora considerato come l'unico possibile, rivelando quanto precaria sia in realtà la nostra esistenza su questo pianeta. 
 In onda dal 29 gennaio su National Geographic Channel una serie di episodi sulle alterazioni radicali che il nostro pianeta potrebbe subire.
 Per chi non avesse accesso alla TV satellitare, ci sono alcuni trailers sul web: 
 Il mondo senza petrolio 1
Il mondo senza petrolio 2 - 
Il mondo senza petrolio 3
Siamo consapevoli di come il petrolio sia entrato nella nostra vita quotidiana, al di fuori dal pieno della nostra auto?



Il petrolio si nasconde nel tuo armadio in:
1.Vestiti fatti con fibre sintetiche come l’acrilico,
2. il nylon,
3. il poliestere o
4. rivestiti con finiture in formaldeide (anche il cotone organico potrebbe rientrare in questa categoria)
5. calze
6. bottoni
7. la parte elastica della tua biancheria intima
8. reggiseni
9. scarpe da correre
10. le suole delle tue scarpe
11. jeans elastici e
12. magliette o altri vestiti elastici
13. orecchini di plastica
14. braccialetti di plastica e
15. collane di plastica
Il petrolio si nasconde nel tuo bagno in:
16. crema solare
17. crema idratante
18. ibuprofeno
19. aspirina
20. balsamo
21. shampoo
22. spazzola per capelli
23. nastri per capelli
24. forcine per capelli
25. spazzolino da denti
26. dentifricio
27. sapone
28. tamponi
29. assorbenti
Il petrolio si nasconde nel tuo beauty case in:
31. rossetto
32. mascara
33. eyeliner
34. rigonfia labbra
35. vaselina
36. smalto per unghie
37. struccante
38. gel
39. lacca per capelli
40. profumo
41. fondotinta
42. cipria
43. ombretto
44. correttore
Il petrolio si nasconde nella tua borsa in:
45. occhiali da sole
46. iPod
47. telefono cellulare
48. mentine per l’alito
49. chewingum
50. lucidalabbra

giovedì 27 gennaio 2011

Solo la carota con il ciuffo verde è stata raccolta a mano nei campi


27/01/2011 - Sloweb
Nel panorama delle verdure invernali non mancano mai le carote, anche perché si trovano tutto l’anno. Sul loro prezzo incide molto la qualità, ma restano per 12 mesi tra gli 80 cent e 1,50 € al chilo, a seconda della qualità. I grandi coltivatori spuntano soltanto una decina di centesimi, ma spesso perché le vendono ancora nel campo, e sta poi al grossista raccoglierle, lavarle, selezionarle. Così si spiega, ma solo in parte, il grande ricarico.
Per i nostri tentativi di mangiare in maniera sostenibile può essere utile sapere da dove provengono in larga maggioranza in base ai periodi. Da dicembre a febbraio hanno il primato le zone attorno a Fiumicino al Centro e a Chioggia al Nord (per estensione, tutta la Pianura Padana). Poi, in marzo e aprile è la volta della Sicilia, quindi a maggio e giugno si torna a Fiumicino e Chioggia (si seminano in maniera ciclica per coprire tutti i “buchi” di mercato). Per tutta l’estate fino a ottobre invece provengono del Fucino in Abruzzo e da novembre si ritorna in Lazio e Veneto. Evitando a priori quelle che vengono da molto lontano, parliamo solo di carote italiane e in questi casi di produzione su larga scala, perché i banchi del mercato possono comunque garantire in tutta Italia dei prodotti locali in ogni stagione, facili da trovare.
Da noi non si usano serre, al massimo si coprono in inverno con dei teli o, come si fa a San Rocco Castagnaretta vicino a Cuneo (tra le migliori), con paglia di riso. Questo consente di evitare la conservazione in grandi celle frigorifere come avviene nella filiera industriale e di avere un prodotto sempre piuttosto fresco, quindi più ricco in gusto e proprietà nutritive. C’è da dire che il ciuffo verde ancora attaccato è sì garanzia di freschezza, ma soprattutto indica che sono state raccolte a mano, perché la raccolta meccanica su ampi terreni prima toglie il verde e poi “ara” per raccogliere il prodotto.
Infine una segnalazione curiosa ma “di gusto”: a San Vito di Polignano a Mare, in Puglia, ci sono delle carote eccezionali, saporitissime, coltivate vicino al mare su terreni sabbiosi. È un recente Presidio Slow Food, ci sono da novembre a maggio e hanno la particolarità di essere anche gialle, viola scuro, blu o bianche. Sono il frutto della tradizionale conservazione dei semi da parte di tanti piccoli contadini e crude in pinzimonio sanno di carota al quadrato.

di Carlo Bogliotti

La rubrica Sabato al Mercato la trovi su La Stampa ogni sabato alla pagina delle previsioni del tempo

fonte: www.slowfood.it

martedì 18 gennaio 2011

Arance, arance, arance........alcune ricette.

In quanti  modi si può consumare questo dolce frutto che abbonda in questo periodo?

Visitate questo sito, che propone solamente ricette a base di arance.




domenica 16 gennaio 2011

Arance Sileci dalla piana di Catania.......al nord freddo e al sud pure !!!!


Siamo consapevoli di come le condizioni climatiche condizionino le nostre tavole??

Ecco UN ARTICOLO che informa come le anomale condizioni climatiche della Piana di Catania (dove opera l'azienda La Badia della famiglia Sileci presso la quale acquistiamo le nostre arance)  influenzerà la grandezza delle arance di prossima consegna.

Nota: le condizioni climatiche influenzano la grandezza delle arance, non la qualità!

E' innegabile come  la ridotta quantità della produzione influenzi anche  il reddito dei produttori: ecco una situazione nella quale gli acquisti dei GAS possono fare la differenza!

 “Il mercato è saturo di arance bionde d’importazione dall’Egitto e dalla Spagna ma adesso che si sono abbassate le temperature partiamo con l’arancia rossa, che abbiamo solo in Sicilia”. 
Origine:

Si pensa nasca da una mutazione gemmaria del comune Sanguinello scoperta in un agrumeto di Francofonte tra otto e novecento. La maturazione nei terreni in collina e meglio esposti inizia a metà di dicembre e termina, nelle aree tardive, verso metà maggio. I frutti sono di grosso calibro con forma sferica tendente all’ovoidale. Questa varietà si distingue inoltre per il cosiddetto collare o “muso”, più o meno prominente. Il colore della buccia è giallo-arancio, arrossato su metà della superficie. La polpa, priva di semi, è giallo arancio, con pigmentazioni rossastre più o meno intense a seconda del momento di raccolta, mediamente succosa e di sapore eccellente. Sono ammessi alla coltivazione i seguenti cloni: Tarocco cumone, Tarocco Galice, Tarocco gallo, Tarocco del muso, Tarocco nucellare 57-1E-1 e 61-1E-4, Tarocco Catania e Tarocco Scirè.



martedì 11 gennaio 2011

Mangimi alla diossina: per capirne di più.

Diossina, Coldiretti: "Subito etichetta di origine su tutti i prodotti"

L'emergenza diossina scoppiata in Germania su polli, mucche e maiali ha messo in allarme l'intera Europa. In riferimento alla scoperta di uova e mangimi contaminati nel territorio tedesco, la Coldiretti sottolinea la necessità di approvare quanto prima in Italia il disegno di legge che rende obbligatorio indicare la provenienza in etichetta su tutti i prodotti alimentari.

di Coldiretti - 10 Gennaio 2011

uova
In Germania l'allarme diossina è scattato dopo la scoperta della presenza di diossina in uova e in mangimi destinati a pollame e suini
Come già avviene per le uova occorre estendere l’obbligo di indicare la provenienza in etichetta su tutti i prodotti con la rapida approvazione del disegno di legge che dovrà essere discusso alla Camera per l’approvazione definitiva dopo il consenso raccolto da tutti i gruppi parlamentari al Senato.
È quanto afferma la Coldiretti in riferimento all’emergenza diossina scoppiata in Germania su polli, mucche e maiali nel sottolineare che attualmente in Italia l'obbligo di indicare la provenienza è in vigore per carne bovina (dopo l’emergenza mucca pazza), pollo (dopo l’emergenza aviaria), ortofrutta fresca, uova, miele, latte fresco, passata di pomodoro, extravergine di oliva, ma ancora molto resta da fare e l’etichetta è anonima per circa la metà della spesa dalla pasta ai succhi di frutta, dal latte a lunga conservazione ai formaggi, dalla carne di maiale ai salumi.
Per questi prodotti comperare direttamente dai produttori agricoli e acquistare l’ampia gamma di formaggi e salumi Made in Italy a denominazione di origine protetta (Dop) che garantiscono l’origine nazionale della materia prima impiegati è - suggerisce la Coldiretti - una importante garanzia per i cittadini.
L’Italia è infatti - sottolinea la Coldiretti - un forte importatore dalla Germania che è il principale fornitore di latte e derivati dell’Italia con quasi 41 milioni di quintali all’anno in equivalente latte (latte, latticini e formaggi), ma che esporta nella penisola anche grandi quantità di maiale (220 milioni di chili di carne e 3,7 milioni di chili di maiali vivi da macellare in Italia nei primi nove mesi del 2010) e marginalmente di uova (2,7 milioni di chili di uova, (in guscio,fresche, conservate o cotte nello stesso periodo).
controllo etichetta
Occorre estendere l’obbligo di indicare la provenienza in etichetta a tutti i prodotti
L’importante e tempestiva azione messa in atto dal Ministero della Salute grazie alla presenza in Italia del sistema di controlli più capillare in Europa deve essere accompagnata - sostiene la Coldiretti - da interventi strutturali comel’obbligo di indicare la provenienza in etichetta che ne consenta di aumentare l’efficacia a garanzia dei produttori italiani e dei consumatori.
Occorre intervenire per non rincorrere le emergenze in un Paese come l’Italia che è forte importatore e dove - precisa la Coldiretti - due fette di prosciutto su tre vendute come italiane sono provenienti da maiali allevati all'estero, tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro sono stranieri senza indicazione in etichetta, oltre un terzo della pasta è ottenuta da grano che non è stato coltivato in Italia all'insaputa dei consumatori, e la metà delle mozzarelle sono fatte con latte o addirittura cagliate straniere, ma chi acquista - denuncia  la Coldiretti - non può saperlo perché non è sempre obbligatorio indicarlo in etichetta.
Con l’approvazione del provvedimento sull’obbligo di etichettatura da parte del parlamento, l’Italia - conclude la Coldiretti - ha l’opportunità di svolgere una azione di leadership in Europa nellatutela della qualità e della sicurezza dei consumatori.
I cibi con l'etichetta con l'origine sulle tavole degli italiani
Cibi con l'indicazione di provenienza
Carne di pollo e derivati
Carne bovina
Frutta e verdura fresche
Uova
Miele
Passata di pomodoro
Latte fresco
Pesce
Extravergine di oliva
...E quelli senza
Pasta
Carne di maiale e salumi
Carne di coniglio
Frutta e verdura trasformata
Derivati del pomodoro diversi da passata
Formaggi
Derivati dei cereali (pane, pasta)
Carne di pecora e agnello
Latte a lunga conservazione

fonte: Il cambiamento  www.ilcambiamento.it



Uova tedesche alla diossina: ecco l'elenco delle partite sospette. Nessun problema per le uova italiane

La rivista tedesca  Stiftung Warentest  specializzata nella pubblicazione di  test comparativi sui prodotti e sugli alimenti, riporta  sul sito l'elenco delle partite di uova potenzialmente  contaminate e che potrebbero essere ancora in  circolazione nei supermercati e nei punti vendita.
Si tratta di 7 codici che fanno riferimento a lotti e partite  provenienti da diverse località della Germania. Come risulta dalla tabella le uova sospette sono facilmente identificabili perché il codice di identificazione (stampato sul guscio e sulla confezione) inizia con il numero (riferito al tipo di allevamento delle galline) seguito dalle lettere DE che indica il paese di origine ovvero la Germania.
Come si vede dalla quarta colonna della tabella,  ci sono alcune partite di uova che scadono il 20 gennaio 2011 e quindi potrebbero essere ancora in vendita.
Le uova commercializzate in Italia sono nella quasi totalità ( oltre il  99 % prodotte nel nostro paese)   e questo dovrebbe tranquillizzare tutti i consumatori. In ogni caso le uova tedesche  da non consumare  sono solo quelle che riportano i  codici riportati in tabella e non le altre.
Dioxin in Eiern und Geflügel Meldung
Foto:Photos.com
Domenica 09 Gennaio 2011

fonte:   Il fatto alimentare  www.ilfattoalimentare.it

lunedì 10 gennaio 2011

Buon Anno con...............porta la sporta !

Con l'inizio dell'anno, sono andate fuorilegge  le buste di plastica di cui abbiamo abusato abbondantemente in questi anni.

Riduciamo l'uso anche delle nuove ed ecologiche borse,  riprestinando l'antica abitudine di fare la spesa portando la sporta; idee, suggerimenti, proposte...anche per cucire borse in stoffa,  visitando il sito PORTA LA SPORTA.