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venerdì 21 novembre 2014

NOTIZIARIO DI CASCINA SANTA BRERA: MESE DI NOVEMBRE

29 Novembre 2014LABORATORIO DI PANIFICAZIONE CASALINGA CON LIEVITO NATURALE 


Una pratica comune a tutti i popoli del mondo, da riscoprire nella sua semplicità per dare al nostro cibo quotidiano un sapore dimenticato

Tutti possono imparare a preparare un pane buono e digeribile senza avere attrezzature particolari o forni costosi.
Il corso è rivolto a tutti coloro che sono interessati a riscoprire una pratica antica e semplice per diventare più liberi di consumare un cibo sano ed economico.
 
Docente Agnese Losurdo 


Programma

I partecipanti impasteranno e faranno cuocere il loro pane.
Il corso partirà proprio mettendo le mani in pasta e mentre il pane lievita, saranno svelati i segreti della panificazione casalinga:
- i lieviti,
- il rinfresco,
- la scelta degli ingredienti e l’importanza della qualità delle farine,
- la lievitazione e i tempi di riposo,
- la forma,
- il forno e la cottura,
- la conservazione del lievito e del pane,
- trucchi e accorgimenti
- ricette ed esperimenti
Fare il pane in casa non è difficile e può dare grandi soddisfazioni!

Requisiti, modalità di iscrizione e contributo per la realizzazione del corso

Per partecipare alle iniziative della scuola occorre essere in regola, per l’anno in corso, con la quota associativa (10 euro), che può essere versata direttamente il primo giorno del corso, essere maggiorenni, compilare la scheda di iscrizione, e, a iscrizione accettata, versare il contributo per la realizzazione del corso con i dati e le modalità che verranno forniti.
Il numero di posti è limitato e viene data la precedenza ai primi iscritti (fa fede la data del bonifico).
Il contributo per la realizzazione di questo laboratorio è di 80 euro e comprende per ogni partecipante i materiali, la pasta “madre” da conservare e riutilizzare a casa e una dispensa con gli appunti e le ricette.

Orario delle lezioni e informazioni utili

ore 9:30-13:00 e 14:00-18:00
E’ necessario portare un grembiule da cucina con pettorina, due canovacci, un recipiente tipo insalatiera di coccio o plastica con un coperchio adatto, un barattolo di vetro a imboccatura larga con coperchio.
I pranzi sono autogestiti e quindi ognuno porta con sé quello che desidera mangiare o condividere con gli altri partecipanti.
Chi lo desidera può pernottare presso l’agriturismo che mette a disposizione i suoi spazi a prezzo scontato per l’occasione (pernottamento in camera doppia o tripla 35 euro a persona). Le camere sono tutte grandi e dotate di ampio bagno privato.

2015 CORSO ANNUALE DI PERMACULTURA


per informazioni dettagliate sul corso clicca qui

NEWSLETTER GREENME: SELEZIONE CUCINA

CREMA DI CECI CON CROSTINI DI ROSMARINO

di Marta Albè, tratto da greenMe

Questa crema di ceci ottenuta preparata a partire dalla farina permette di sostituire con la stessa rapidità di preparazione i ceci in scatola, di certo comodi e pratici da usare, ma non sempre dal sapore eccellente, visti il metodo di conservazione e gli ingredienti aggiuntivi presenti nelle confezioni.
Grazie alla ricetta che vi suggeriamo potrete preparare una crema di ceci davvero buona anche quando non avete tempo per la cottura dei ceci secchi. Inoltre, chi ha a disposizione i ceci secchi, può utilizzare un robot da cucina potente o un piccolo mulino elettrico per preparare la farina di ceci al momento. Oltre che rapida, è una ricetta davvero economica.
Ecco tutti gli ingredienti e le istruzioni per la preparazione della crema di ceci rapida.
Ingredienti per 2 porzioni
650 ml d'acqua fredda
6 fette di pane casereccio
Rosmarino e origano tritati
Olio extravergine d'oliva
Sale, pepe e spezie a piacere
Preparazione
85 gr di farina di ceci
Per iniziare la preparazione della crema di ceci rapida ricordate che dovrete utilizzare acqua fredda. Va bene della normale acqua di rubinetto. L'importante è che non si tratti di acqua calda o bollente, altrimenti la farina di ceci formerà dei grumi difficili da eliminare e non potrete procedere nel modo corretto.
Versate in una pentola 200 ml di acqua fredda e unite a poco a poco la farina di ceci. Mescolate bene con una frusta o con una forchetta. Potete anche setacciare la farina di ceci con un colino. In ogni caso mescolare con cura andrà bene e richiederà giusto uno o due minuti. Quando avrete ottenuto un composto omogeneo di acqua e farina, unite a poco a poco la restante acqua fredda (450 ml, per un totale di 650 ml).
Mescolate di nuovo il tutto e accendete il fornello a fiamma media. Ora non vi resterà che portare la crema di ceci ad ebollizione. Noterete che si addenserà durante la cottura. Lasciate sobbollire la crema di ceci fino a quando avrete ottenuto la consistenza desiderata. Come vedrete, la vostra crema di ceci rapida sarà pronta in dieci minuti al massimo.
Non vi resta che insaporirla a piacere, se volete, con sale, pepe e erbe aromatiche. Nel frattempo o subito dopo potete preparare dei crostini di pane saporiti. Vi basterà tagliare delle fette di pane a triangoli o a cubetti e fare rosolare in una padella antiaderente calda per qualche minuto, fino a quando risulteranno dorati e croccanti. Se avete a disposizione del pane tipo baguette, potrete semplicemente tagliarlo a fette sottili, da dorare eventualmente in forno anziché in padella.
Rigirate i crostini in padella di tanto in tanto con un cucchiaio di legno. Potrete condire i crostini fatti in casa con un filo d'olio extravergine e con rosmarino e/o origano tritati. Servite la crema di ceci accompagnata dai crostini. Vedrete, piacerà a tutti, anche ai più piccoli e a chi di solito non ama molto i legumi.

ALTRE IDEE CON LA FARINA DI CECI

Farinata di ceci

La farinata di ceci è uno dei piatti tipici della cucina ligure. La cottura della farinata di ceci avviene al forno, su di una teglia dai bordi bassi, di forma rotonda o rettangolare. Per la sua preparazione mescolate con una frusta 100 grammi di farina di ceci e 300 millilitri d'acqua, con 4 cucchiai di olio extravergine ed un pizzico di sale e di pepe. Lasciate riposare il tutto per almeno un ora e versate sul fondo di una teglia. Infornate la farinata a 180° C per circa 45 minuti, fino a doratura. Potete aggiungere al composto erbe aromatiche come origano o rosmarino e servire con una spolverata di pepe nero.

Grissini

La farina di ceci costituisce un ingrediente adatto alla preparazione di grissini, abbinata a farina integrale di grano. A 200 grammi di farina integrale abbinate 100 grammi di farina di ceci. Aggiungete 2 cucchiai di olio extravergine, un pizzico di sale, semi e erbe aromatiche a piacere e acqua quanto basta fino ad ottenere un composto liscio ed omogeneo, da impastare con le mani. Lasciate riposare l'impasto per 30 minuti e date forma ai vostri grissini. Infornate a 180° C per 20 minuti circa, fino a doratura.

Gnocchi

La farina di ceci può essere utilizzata in abbinamento alla farina di grano o in sua sostituzione nella normale preparazione degli gnocchi di patate. Utilizzando esclusivamente farina di ceci si otterrà una versione completamente priva di glutine di questo amatissimo piatto. Le patate dovranno essere lessate o cotte al vapore e schiacciate con una forchetta o con un passaverdura, per poi unire ad esse farina di ceci (o di ceci e grano) sufficiente ad ottenere un composto lavorabile con le mani ed adatto a formare un impasto da modellare fino ad ottenere i classici gnocchi, che dovranno essere cotti in acqua bollente salata per una decina di minuti.

Crespelle

Un'alternativa alle classiche crespelle preparate con farina di grano è rappresentata dall'impiego di farina di ceci. E' necessario a tale scopo ottenere un composto che apparirà piuttosto liquido, mescolando 80 grammi di farina di ceci in 250 millilitri d'acqua (le dosi possono essere aumentate in proporzione), con l'aggiunta di due cucciai di olio extravergine e di un pizzico di sale, pepe e curcuma. Mescolate il tutto con una frusta e versate in una padella piccola riscaldata e leggermente unta d'olio extravergine mezzo mestolo del composto ottenuto, che dovrà essere lasciato dorare da entrambi i lati. Una volta preparate le crespelle, potrete passare al ripieno, a seconda dei vostri gusti.

Pastella

Con la farina di ceci è possibile ottenere una pastella particolarmente adatta alla panatura di fiori di zucca e di ortaggi da cuocere in padella. A differenza del composto ottenuto per la preparazione della farinata o delle crespelle, che deve risultare piuttosto liquido, la pastella a base di farina di ceci necessita di essere piuttosto densa per essere utilizzata. Procedete dunque amalgamando in un piatto alcuni cucchiai di farina di ceci a seconda della quantità di pastella che vorrete ottenere, insieme ad acqua sufficiente a dare vita ad un composto piuttosto denso. L'acqua può essere sostituita da birra per ottenere una pastella che si gonfierà maggiormente durante la cottura, oppure ad acqua e farina di ceci può essere aggiunto un pizzico di lievito in polvere naturale per dolci, al fine di ottenere un effetto simile.


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PROPOSTE DI LETTURA: CIBO NON CIBO, la fragilità alimentare



Roberto Meregalli CIBO non CIBO
La fragilità alimentare
Dai campi alla tavola conoscere per cambiare


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Cosa sta succedendo al cibo? Come e in che modo ci nutriamo?
Si parla di cibo come il
petrolio del futuro: cosa avviene in agricoltura? Chi sono oggi i proprietari della terra, dei semi e degli alimenti?
Un terzo della popolazione mondiale ha problemi alimentari e si muore di più per la cattiva alimentazione che per la fame; mentre proliferano le diete, gli obesi hanno superato i 2 miliardi a fronte di 800 milioni di persone che non riescono a sfamarsi; si sbandiera la sicurezza alimentare ma, in campo agricolo, la nostra sopravvivenza è affidata a sole 30 specie vegetali e il 75% di ciò che mangiamo proviene da 9; si sfruttano terra e animali per produrre sempre di più e oltre il 30% del cibo va nella spazzatura.
La FAO ha evidenziato che la sicurezza alimentare è ormai una questione globale con conseguenze cruciali sulla salute di tutti: occorre capire meglio cosa c’è dietro a quanto ci arriva sulla tavola.
Il libro spiega in modo chiaro, documentato e avvincente come funziona il complesso sistema agroalimentare e ne mette in luce le tante contraddizioni: una grande clessidra che vede a un’estremità 1,3 miliardi di agricoltori e all’altra 7 miliardi di persone da sfamare. Per passare da un capo all’altro, il cibo deve attraversare una strozzatura composta da chi commercia, compra e distribuisce, un numero assai ridotto di soggetti.
Dieci imprese controllano quasi per intero il mercato delle sementi e quello dei prodotti chimici per l’agricoltura: con quali conseguenze per coltivatori e consumatori? Le industrie alimentari si riforniscono da una manciata di multinazionali che trasportano cereali e carni da una parte all’altra del pianeta.
Da un lato, iper-igiene nel sistema produttivo, che toglie di mezzo le tipiche produzioni locali; dall’altro, contaminazioni da antibiotici, ormoni, batteri.
Il cibo è merce, i fondi di investimento vanno a caccia di terre coltivabili, i prezzi degli alimenti base sono oggetto di speculazione finanziaria; l’agricoltura, come l’allevamento, è un’industria per la produzione di cibo, entrata negli Accordi internazionali di libero scambio, come il TTIP.
Il nostro modo di coltivare, trasformare, distribuire e mangiare cibo produce troppe emissioni di gas serra, consuma combustibili fossili, distrugge foreste, spreca e inquina le acque, contamina e impoverisce la terra. Questo modello di globalizzazione che ha rotto il legame fra un territorio e la sua produzione alimentare va compreso nelle sue conseguenze e abbandonato: il libro dedica un lungo capitolo alle nuove agricolture e alle possibilità di cambiamento che anche come consumatori possiamo mettere in campo.

L’autore
Roberto Meregalli si occupa di energia e ambiente da venticinque anni. Ha all’attivo diverse pubblicazioni e articoli sul tema dell’economia e dell’energia. Partecipa alle Associazioni Beati i costruttori di pace e Energia Felice.
Per MC ha pubblicato Acqua Terra Energia. Progettare il futuro in tempo di crisi (2013), Energia. Un nuovo inizio (2011), e ha collaborato al libro Non è Vero. I dogmi del neoliberismo alla prova dei fatti (2003).
MC Editrice | Via Vigevano, 45 – 20144 Milano | Tel. 02 89408454 | redazione@mceditrice.it | www.mceditrice.it 

domenica 16 novembre 2014

CORSI AIAB NOVEMBRE 2014/GENNAIO 2015



per maggiori informazioni e per il corso di panificazione visita il sito

NEWSLETTER GREENME: l'orto di novembre


Il mese di novembre potrà garantire un raccolto ancora piuttosto vario sia a coloro che hanno a disposizione un orto vero e proprio, sia a chi si dedica alla coltivazione di un orto sul balcone.

Cosa seminare a novembre
A novembre è possibile preparare il terreno per le semine future, premunirsi per riparare le piante dal gelo e effettuare delle semine in semenzaio nelle zone dal clima più rigido, mentre nelle regioni più miti si potrà ancora seminare in piena terra, senza dimenticare di consultare il calendario lunare.
Nel mese di novembre è possibile dedicarsi in particolare alla semina degli ortaggi che potranno essere raccolti con l'arrivo della primavera, come il pisello primaverile. Ceci, fave e lenticchie potranno essere raccolti da maggio a luglio.
E' possibile effettuare le proprie semine in piena terra, in semenzaio o in serra a seconda del clima che caratterizza la zona in cui il proprio orto è posizionato. La semina diretta in piena terra è consigliata per le regioni dal clima più mite, si può altrimenti ricorrere alla semina in semenzaio o in una serra casalinga.
A novembre è possibile seminare:
- aglio
- carote
- ceci
- cime di rapa
- fave
- lattuga
- lattughino da taglio
- lenticchie
- piselli primaverili e rampicanti
- radicchio da taglio
- ravanelli
- rucola
- spinaci
- valeriana
Consigli per la semina
Nel mese di novembre è possibile preparare dei semenzai con semi di lattuga, rucola, valeriana e ravanelli, che in seguito potranno essere trasferiti in vaso o in piena terra. La semina in semenzaio è utile se le future piantine vengono poste in un luogo dove possano essere riparate dalle prime gelate. Per realizzare un semenzaio è possibile utilizzare dei barattoli di recupero di cui bucherellare il fondo. Sono perfetti i barattoli dello yogurt.

Il raccolto del mese di novembre

Il raccolto del mese di novembre ci potrà ancora offrire diversi ortaggi come cipolle, patate, carciofi, cavoli, spinaci, rucola, lattuga e lattughino da taglio. Tra le erbe aromatiche è possibile al bisogno effettuare la raccolta di rosmarino, prezzemolo, menta e salvia. E' inoltre possibile raccogliere cavoli e carciofi, rape, cicoria, barbabietole, radicchio travisano e cavoletti di Bruxelles.

Varietà da trapiantare a novembre

A novembre è possibile effettuare il trapianto in piena terra di diversi ortaggi, tenendo conto delle fasi lunari indicate in seguito. Tra le varietà da trapiantare a novembre vi sono: aglio, cipolle, fave, finocchi, porri, carciofi, cavoli e cavolfiori

Orto sul balcone a novembre

Chi ha un orto sul balcone, se ne avrà effettuato la semina nei mesi precedenti, potrà avere l'occasione di raccogliere, ad esempio, prezzemolo, rucola, rosmarino, salvia e lattughino da taglio. Potrà poi nuovamente procedere alla semina sia della rucola comune o selvatica che del lattughino, oltre che di carote, cime di rapa, fave, ravanelli, piselli e spinaci.

I lavori nell'orto secondo il calendario lunare

Luna crescente: con la luna crescente la tradizione popolare consiglia di seminare i ravanelli, preferibilmente in semenzaio o in serra, a meno che non ci si trovi in una zona dal clima molto mite. Bisogna attendere la luna crescente per la semina dei cereali, la raccolta delle erbe officinali, delle castagne, dei kiwi, delle olive e delle mele cotogne.
La luna sarà crescente dall'1 al 5 e dal 23 al 30 novembre 2014
Luna calante: si può approfittare della fase di luna calante per seminare preferibilmente in semenzaio o in un luogo protetto, come una piccola serra: lattuga, lattughino da taglio, radicchio, rucola e spinaci. Con la luna calante si possono trapiantare all'aperto aglio e cipolle e, solo se il clima è mite, fave, finocchi, porri, carciofi, cavoli e cavolfiori.
Con la luna calante si consiglia di raccogliere patate e cipolle. Si può inoltre preparare il terreno alle future semine arricchendolo con del compost casalingo ed eseguire il rincalzo delle piante, addossando della terra verso di esse per proteggerle dal freddo.
La luna sarà calante dal 7 al 21 novembre 2014.


tratto da greeMe di Marta Albè

domenica 9 novembre 2014

DESR E EXPO': COMUNICATO STAMPA


In vista dell'ormai prossimo evento di Expo' a Milano il DESR PASM esprime le seguenti considerazioni e valutazioni anche allo scopo di definire alcune nostre priorità in relazione ad iniziative che sicuramente si proporranno e produrranno sulla materia nei prossimi mesi.
Expo' 2015 ha come tema “Nutrire il Pianeta – Energia per la vita”.
La prima contraddizione sta nella sua localizzazione, su una superficie privata di circa 100 ettari di terreno agricolo, che produce non solo un cambio di destinazione d'uso ma anche  una sua conseguente valorizzazione a favore dei proprietari, contraddizione aggravata dal quadro incerto sul suo destino post manifestazione, quando sicuramente si poteva evitare nuova cementificazione utilizzando una superficie pubblica già adeguata allo scopo, e, soprattutto, capace di valorizzare quel patrimonio esistente a Milano decisamente più coerente col tema “Nutrire il Pianeta”: il Parco Agricolo Sud Milano e la caratteristica anche agricola della città (Milano è il secondo comune agricolo d'Italia).
Ma il tema proposto per  Expo' ha assunto oggettivamente un carattere di residualità dall'assegnazione da parte del BIE ad oggi, privilegiando l'attenzione e le risorse su grandi opere infrastrutturali che, assieme alla conseguente distruzione di altro territorio agricolo, ha mostrato tutto il carattere strumentale dell'evento in funzione di una visione ideologica e velleitaria che ciò possa portare il Paese fuori dalla crisi.
Su questa linea si è mossa la contestata opera delle Vie d'Acqua, la cui evoluzione emblematicamente rappresenta la sostanza dell'evento come fino ad oggi si è sviluppato: nessuna relazione col territorio e la sua vocazione, grande progetto mediatico iniziale e rovinosa fine tra corruzione e drastico ridimensionamento.
Ma la questione principale è quella legata al tema di fondo e a cosa si stia facendo (o non facendo) in coerenza con esso.
Sembra che il tutto si debba ridurre ad una rassegna di come oggi il Pianeta si stia nutrendo nei diversi Paesi lasciando ancora nel vago la sostanza del messaggio da lasciare al Pianeta stesso.
Tutto lascia prevedere che Expo' sarà il sostegno all'agricoltura industriale, monocolturale, intensiva, favorevole agli OGM, proponendola come rimedio alla persistente malnutrizione mondiale: ma questa non è la soluzione, bensì è parte fondamentale del problema.
Gli interessi delle multinazionali spingono gli stati e le istituzioni sovranazionali verso la estensionedel modello agroindustriale che tende a massimizzare la resa dei terreni con l’adozione di OGM e fertilizzanti di sintesi. Si riduce così la fertilità naturale che in futuro non potrà più essere surrogata dai concimi chimici per l’esaurirsi delle riserve petrolifere.
Anche il mondo della scienza, nelle sue componenti più visibili, sembra essersi piegato a queste spinte e, con la autorità attribuitigli dai media, accredita apertamente la tesi della assoluta sicurezza degli OGM, così che anche i paesi che attualmente adottano il principio di precauzione, saranno costretti ad accettare il loro impiego, almeno in via sperimentale.
Avallando queste tesi, EXPO 2015 si appresta a produrre anche un enorme danno culturale. 
Il Desr ritiene invece che la soluzione per “nutrire il Pianeta” consista nella costruzione della sovranità alimentare, articolata come:
- diritto dei popoli alla propria autodeterminazione nella produzione di cibo;
- diritto alla propria sicurezza alimentare;
- modello che privilegia l'agricoltura contadina e la sostenibilità ambientale;
- sostenibilità economica dei piccoli produttori.
Qui, secondo noi, sta il nodo della critica radicale al “grande evento”.
Ma questa critica , oltre ad essere proclamata, deve essere supportata da pratiche che dimostrino la fattibilità di un modello colturale ed alimentare alternativo alla speculazione finanziaria internazionale, che ha il potere di determinare i prezzi delle materie prime, a prescindere dai processi produttivi e dai reali costi di produzione.
E' su questo piano che il DESR  sta agendo, promuovendo filiere agroalimentari capaci di costruire concretamente nel più grande parco agricolo d'Europa una agrobiodiversità, che sta alla base di qualsiasi percorso di sovranità alimentare, e  improntate alla sostenibilità sia ambientale che economica.
Gli stessi mercati contadini non costituiscono di per sé una soluzione, ma vanno finalizzati a strutturare  questi percorsi per fare uscire dalla nicchia e dalla episodicità il movimento del consumo critico, che non dà, di per sé, certezze ai contadini, ma ha bisogno di organizzazione, di concretezza, di continuità, di consapevolezza sulle prospettive di cambiamento sociale.
Sono queste pratiche concrete a delineare da che parte concretamente si è stati  in passato e si sta oggi, durante e dopo Expo' ed è quindi su queste che il DESR intende continuare a muoversi e a collaborare con tutti i soggetti che fanno di esse la loro priorità sul tema di Expo


Milano, 31 ottobre 2014