22/05/2013 -
Lo spreco di cibo è una delle contraddizioni della nostra epoca. Segnale evidente di un sistema alimentare che funziona per distribuire cibo e creare profitto, lo spreco deve farci riflettere sulle nostre abitudini alimentari, specialmente in un periodo economicamente critico come quello attuale. Con il portafoglio più leggero siamo costretti tutti a scegliere meglio quello che acquistiamo, quindi anche a comprare il cibo con maggiore attenzione e forse anche per questo motivo, negli ultimi anni, il cibo biologico ha registrato un costante aumento, seppure l’andamento generale dei consumi di cibo non sia in crescita. Non solo: in un momento di transizione come quello che stiamo vivendo, assistiamo al crescere del numero di persone che non si accontentano più di essere semplici consumatori e si attivano in vari modi: c’è chi decide, ad esempio, di cimentarsi in alcune pratiche di autoproduzione di cibo - marmellate, pane, biscotti - che consentono sia di mangiare meglio che di risparmiare, chi si impegna negli orti urbani, diffusi in molte città italiane, dimostrando che anche in città è possibile praticare un po’ di agricoltura.
La maggiore attenzione ai consumi, il diffondersi dell’autoproduzione e degli orti privati, urbani e scolastici, il coinvolgimento di centinaia di migliaia di persone nei gruppi di acquisto solidali e collettivi fanno ben sperare nella promozione e nella diffusione di un sistema alimentare non basato sullo spreco. Perché sprecare cibo significa anche sprecare terra, energia, acqua, soldi, saperi e lavoro umano.
Per questi motivi, nel mese di aprile Slow Food ha siglato un partenariato con l’iniziativa della Fao “Save the Food” (www.fao.org/save-food) e il 25 maggio, in occasione delle Slow Food Day, racconterà, in oltre 300 piazze italiane, che un sistema agroalimentare con meno sprechi e più qualità non solo è possibile, ma c’è già, in molti luoghi della nostra Italia. Si tratta ‘solo’ di volerlo vedere e di lavorare per diffonderlo il più possibile.
Francesco Mele
Responsabile programma ‘lotta agli sprechi’ Slow Food Italia
Da La Stampa del 20 maggio 2013
La maggiore attenzione ai consumi, il diffondersi dell’autoproduzione e degli orti privati, urbani e scolastici, il coinvolgimento di centinaia di migliaia di persone nei gruppi di acquisto solidali e collettivi fanno ben sperare nella promozione e nella diffusione di un sistema alimentare non basato sullo spreco. Perché sprecare cibo significa anche sprecare terra, energia, acqua, soldi, saperi e lavoro umano.
Per questi motivi, nel mese di aprile Slow Food ha siglato un partenariato con l’iniziativa della Fao “Save the Food” (www.fao.org/save-food) e il 25 maggio, in occasione delle Slow Food Day, racconterà, in oltre 300 piazze italiane, che un sistema agroalimentare con meno sprechi e più qualità non solo è possibile, ma c’è già, in molti luoghi della nostra Italia. Si tratta ‘solo’ di volerlo vedere e di lavorare per diffonderlo il più possibile.
Francesco Mele
Responsabile programma ‘lotta agli sprechi’ Slow Food Italia
Da La Stampa del 20 maggio 2013
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