Presentate numerose osservazioni ad piano molto elaborato che però non pone nessun vincolo al consumo di suolo: a rischio superfici equivalenti a 1 miliardo di piatti di riso all’anno.

In questi giorni scadono i termini concessi a cittadini e associazioni per presentare osservazioni al Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Milano (PTCP),il grande ‘piano direttore’ che deve orientare le trasformazioni del territorio e del paesaggio del milanese negli anni a venire. La Provincia ha compiuto un notevole sforzo per leggere le dinamiche del territorio e immaginare le tendenze future, e l’esito è quello di unostrumento con una buona struttura e accessibilità, che ha anche recuperato i molti studi preparatori e i contenuti già sviluppati dalla precedente amministrazione, come quelli sulla valutazione qualitativa delle aree agricole, sul progetto MiBici, sulla Dorsale Verde Nord. E’ anche apprezzabile che nella redazione del Piano siano state contenute le spese in consulenze esterne, valorizzando le competenze interne all’Ente. Sarebbe dunque un bel piano, se valutato sotto il profilo tecnico. E’ però sui contenuti prescrittivi, quindi quelli che producono effetti concreti, che esso è estremamente debole.
Secondo Legambiente, si è realizzato un grande sforzo compilativo ma, in definitiva,non si sono introdotte norme efficaci per fermare la grande piaga che dilaga nella pianura milanese: il consumo di suolo. E’ per questo entrato in azione il soccorso degli ambientalisti, che hanno redatto un vero e proprio dossier di oltre 60 pagine di osservazioni per correggere il piano.
Purtroppo il PTCP non ha il coraggio di mettere in discussione le cattive intenzioni di comuni che continuano ad espandersi sul suolo agricolo – rileva Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia – la Provincia di Milano è una delle più cementificate d’Italia, il PTCP non pone freno al consumo di suolo, e ciò è inaccettabile. Per questo con le nostre osservazioni abbiamo proposto modifiche sostanziali sia alle norme che alle delimitazioni degli ambiti agricoli strategici: se il Consiglio Provinciale le accoglierà, allora la provincia potrà avere un piano non solo bello, ma anche utile”.
Tra le previsioni urbanistiche più abnormi, Legambiente segnala quelle di comuni comeSegrate e Gorgonzoladove i PGT ipotizzano trasformazioni di suoli agricoli dell’ordine dei 200 ettari, mentre tra gli ambiti agricoli di cui il PTCP si è dimenticato si segnalano in particolare quelli di Lacchiarella, comune che continua a battere record di cementificazione, e in cui sono ancora presenti 200 ettari di suolo agricolo che prossimamente rischiano di entrare nel mirino degli speculatori, e di altri comuni del Parco Agricolo Sud Milano (a Rozzano 55 ettari agricoli mancano all’appello, a Mediglia 62, a Melegnano 40, e a Milano Legambiente chiede la tutela dei 42 ettari agricoli presenti a Pontelambro, dove già incombono nuove edificazioni).
In tutto, sono quasi 1000 gli ettari coltivati su cui Legambiente lamenta la totale assenza di qualsiasi tutela, e per i quali chiede di apporre uno specifico vincolo di uso agricolo, senza il quale nulla potrà evitare la cementificazione. Il problema maggiore resta quello dell’inerzia del PTCP rispetto alle abnormi previsioni urbanistiche dei comuni, molti dei quali stanno ancora ultimando l’iter di approvazione del PGT.
Il laissez faire della Provincia legittimerà l’urbanizzazione di enormi stock di terreni agricoli– denuncia Di Simine – oggi la cementificazione della Provincia di Milano è altissima e prossima al 45% del territorio, ma il PTCP e i piani dei comuni hanno in pancia espansioni che, se attuate, porterebbero addirittura a superare il 55%”.
Alle previsioni dei vecchi PRG – oltre 100 kmq di nuove urbanizzazioni previste – bisogna infatti sommare le ulteriori espansioni tracciate dai Piani di Governo del Territorioapprovati dal 2008 ad oggi, e si tratta, secondo le stime di Legambiente, di almeno altri 70 kmq. A questi incrementi si sommano quelli previsti dal PTCP. In pratica, secondo quanto dichiarato dall’assessore provinciale, i nuovi ampliamenti ammessi dovrebbero essere contenuti tra i 32 e i 63 ettari, ma in realtà lo stock di suoli persi potrà essere da 4 a 7 volte maggiore, in virtù delle previsioni dei piani comunali su cui il PTCP si guarda bene dall’intervenire. Il PTCP consentirà nuove espansioni dal 2 al 4%: un limite che però, nella realtà, potrà essere ampiamente superato in forza delle possibilità di deroga contenute nelle norme di attuazione.
La nostra stima è che, come effetto dell’attuazione del PTCP e della mancanza di controllo sulle trasformazioni comunali, la Provincia di Milano potrebbe perdere oltre 20.000 ettari di suolo agricolo: una superficie sufficiente a produrre 1 miliardo di piatti di riso all’anno! Altro che nutrire il pianeta, questo ci pare uno scenario estremamente grave, che deve mobilitare la politica in un grande sforzo di prevenzione e riduzione di un danno irreversibile”.
(Fonte: Legambiente Lombardia)

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