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sabato 3 marzo 2012

I cereali? Sani sì, ma pieni di zucchero

I cereali? Sani sì, ma pieni di zucchero
Si tratta di un cibo da sempre associato all'idea di benessere e salute. Ma una
ricerca dell’organizzazione britannica Which, dopo aver misurato la quantità
di saccarosio in 50 tipologie di corn flakes, dimostra come la percentuale ecceda
- e non di poco - quella consigliata dai medici . L'esperta: "Controllare sempre la tabella nutrizionale"
Simbolo del connubio nutrizione-benessere, icereali a colazione sono considerati
la migliore scelta per iniziare la giornata
 a tavola con un carico di sana e bilanciata energia. Basta guardare gli spot o anche
 solo leggere le confezioni per rendersi
 conto che i cereali, soprattutto quelli commercializzati dalle grandi marche,
vengono spesso pubblicizzati come un “toccasana” per la salute dei più piccoli. Eppure, non è sempre così. A risvegliare la
coscienza dei consumatori è una ricerca choc che arriva dalRegno Unito: i cereali
 più celebri e più diffusi in commercio sono in realtà “dopati” di zucchero.

A diffondere i dati è stata l’organizzazione britannica Which, che divulga informazioni
 indipendenti per lanciare un salvagente ai consumatori che rischiano di annegare
 nel selvaggio mare magnum di offerte e promozioni. Which non ha fatto altro che
 misurare le quantità di zucchero contenute in oltre cinquanta tipologie di cereali
destinate alla prima colazione. Ebbene, dai risultati è emerso che in molte
 confezioni pubblicizzate i cereali contengono elevate percentuali di zucchero.

Il primato con ben il 37 per cento di zucchero è andato al prodotto sponsorizzato
da Tony la Tigre. Nella lista nera anche i tradizionali cornflakes con un corposo
 8 per cento di eccesso di saccarosio. Non è poco se si pensa che granelli di
 un grammo apportano già quattro calorie e, soprattutto, considerando l’allarme
 internazionale lanciato dai medici sull’uso sconsiderato dello zucchero
 nell’alimentazione, nemico della salute alla stregua del sale e del colesterolo
 e colpevole di giocare un ruolo chiave in malattie serie come obesità,
diabete e patologie cardiache.

I numeri dell’allarme parlano chiaro: dai dati diffusi recentemente sulla
rivista Nature sarebbero 35 i milioni di morti all’anno attribuibili al
ricorso smodato allo zucchero.

Un killer che si insinua silenzioso negli scatoloni colorati dagli slogan rassicuranti,
 comodamente occultato da frasi che catalizzano rapidamente l’attenzione,
 alludendo esclusivamente al ridotto contenuto di grassi e all’ampio apporto
di vitamine e ferro.

Esperti inglesi, come il critico gastronomico Joanna Blythman, si battono contro
 lo sfruttamento dell’inconsapevolezza del consumatore, ignaro di ingurgitare
 pericolose bombe caloriche dall’indice glicemico alto, e quindi cariche di energie
 che bruciano rapidamente, creando un aumentata astinenza da zuccheri.

Non resta che difendersi all’acquisto. Gli esperti consigliano di leggere sempre
le tabelle nutrizionali, tralasciando i numeri suggeriti per una singola porzione e
valutando soltanto le cifre segnalate per i 100 grammi di prodotto: in quella casella
 si nasconderebbe la verità, schiacciante anche per gli “special” cereali che
 continuano a garantire ventri piatti e taglie trentotto alle donne con un “carico
 pendente” di zuccheri del 17 per cento.

di Adele Brunetti

Fonte:  Il Fatto Quotidiano  2 marzo 2012

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