Calendario Ordini

sabato 26 febbraio 2011

Dal 1 aprile l'olio extra-vergine di oliva deodorato è legale - che cosa significa ???

Gli olii che hanno bisogno di essere deodorati sono quelli di bassa qualità. È inaccettabile che un procedimento chimico finora vietato in oli extra-vergine venga sostanzialmente permesso per consentire a chi non produce qualità di arrivare sul mercato con un prodotto adulterato che il consumatore non sarà in grado di riconoscere dall'etichetta» dichiara Carlo Petrini, presidente Slow Food.
 


L'olio taroccato diventa legale


Bruxelles autorizza i "deodorati"

Il nuovo regolamento comunitario in vigore dal 1° aprile aumenta nell'extravergine di oliva le concentrazioni massime di alchil esteri, composti chimici che si formano nei prodotti di scarsa qualità, e autorizza indirettamente la commercializzazione di condimenti "deodorati"di MONICA RUBINOLa repubblica - 24 febbraio 2011

Da anni la Cia Puglia denuncia le sofisticazioni e le contraffazioni di olio extravergine di oliva. Il presidente regionale della Confederazione italiana agricoltori (Cia) Puglia, Antonio Barile, ricorda in una nota che
già da inizio anno denunciammo come in Italia su 9 bottiglie che dichiarano di contenere olio extravergine solo 7 lo contengono veramente e 2 non dicono la verità, cioè non contengono extravergine. Delle 7 bottiglie, poi, 4 soltanto sono di olio extravergine italiano e 3 di olio extravergine estero. Il tutto viene venduto per italiano. Il danno per l’economia pugliese è immane.

        

Olio extravergine, le analisi dell’Arpam di Ascoli Picen

Insetticidi vietati eppure presenti nell’olio extravergine. L’altro aspetto allarmante dello studio condotto dall’Arpam di Ascoli Piceno e pubblicato dal Salvagente (leggi l'articolo) è la presenza di pesticidi non consentiti nel trattamento delle olive, riscontrati nel 35% dei campioni acquistati nei supermercati. Percentuale che negli oli prelevati nei frantoi marchigiani si abbassa al 15%. Al di là del numero di campioni coinvolti, queste sostanze gettano più di un’ombra sulla genuinità degli extravergine in vendita. Tra le sostanze rilevate ma non ammesse troviamo il Fenitrotion, l’Endosulfan (alfa, beta e solfato) e il Dicofol. Spiega Daniela Sciarra, componente dell’Ufficio scientifico di Legambiente e curatrice del dossier annuale sui pesticidi: “Stiamo parlando di insetticidi che appartengono alla categoria degli organofosfati. Sono persistenti e bio-accumulabili con un’azione neurotossica per l’uomo. Il Dicofol, poi, è un derivato del Ddt. È considerato moderatamente tossico, agisce sul sistema nervoso, sul fegato e sui reni. L’aver rilevato la presenza di Dicofol è comunque di per sé preoccupante considerando il fatto che il Ddt è messo al bando dagli anni Settanta”. Approfondimenti su: Il salvagente  Approfondimenti sul  tema  dell'olio deodorato visitando il sito : il fatto alimentare 

giovedì 24 febbraio 2011

93 bustine di zucchero al giorno! Ecco lo spot della città di New York per ridurre il consumo di bevande

 fonte:  www.il fatto alimentare





La città di New York , ha presentato una nuova campagna di comunicazione per la prevenzione dell'Obesita e del Diabete, con una serie di spot, che hanno come soggetto l'uso eccessivo di zuccheri. Il messaggio focalizza l'attenzione  sulle bibite gasate tipo Cola. E' la prima volta che una città, una municipalità decide di intervenire con un linguaggio crudo, cosa dire? Mali estremi estremi rimedi. Rispetto alla solite comunicazioni educative e amene questi spot costituiscono una piacevole novità.
 

Lo spot mi piace perché mostra quanto è  facile nella routine quotidiana assumere calorie senza accorgersi, in questo caso con un paio di bicchieroni di bibite zuccherate, due bicchieri di te e un milk shake si possono ingerire   93 bustine di zucchero, che alla fine della giornata diventano quasi 1400 calorie "vuote", ovvero quasi 3/4 delle calorie giornaliere di un adulto.
Al di là della scelta degli alimenti ricchi di zuccheri e grassi durante i pasti,  l'assunzione di bibite e fuori pasto possono diventare enza accorgersene un elemento importante della dieta. 
Altro aspetto innovativo  degli spot pubblicitari è la comunicazione multimediale che utilizza diversi media: spot Tv, spot in metropolitana, stampa, radio, e in una buona percentuale il web, una pagina su youtube , facebook, per meglio condividere i contenuti anche in rete senza limitazione alcuna.
Nel primo spot, un ragazzo apre e consuma 16 bustine di zucchero e viene visto male dai due vicini di sedia che in realtà consumano la stessa "dose" di zucchero ma in una bevanda, come è facile ingannarsi!.
Nel secondo spot invece si vede di come nell'arco della giornata è possibile assumere 93 bustine di zucchero.
Gli zuccheri in etichetta non sempre sono così visibili, spesso i produttori usano ingredienti simili con  un nome diverso ma che svolgono la stessa funzione e hanno le stesse calorie. Ecco alcuni ingredienti che sostituiscono gli zuccheri: sciroppo di glucosio, destrosiosorbitolo, mannitolo, amido, zucchero grezzo, melassa, sciroppo di malto, zucchero invertito, miele, fruttosio, zucchero liquido particolare attenzione deve essere posta allo sciroppo di glucosio fruttosio e all'uso di edulcoranti in particolare gliedulcoranti sintetici.

mercoledì 16 febbraio 2011

Olio di palma: il biologico disumano in Colombia

Scandalo tedesco: in Colombia 500 persone sono state evacuate per far posto alla monocoltura di palme da olio. Per la produzione industriale di olio di palma biologico, sempre più richiesto dall'industria alimentare, vengono distrutte le colture locali.

Un articolo di Report Mainz getta forti ombre su uno dei principali fornitori di olio di palma biologico, la colombiana Daabon, che discredita fortemente il settore del biologico tedesco.

Per far spazio alle coltivazioni intensive di palme da olio nel luglio del 2009 nella zona di Las Pavas, la Daabon avrebbe scacciato dal territorio 500 persone, incluso donne e bambini. 

Monocolture e agricoltura biologica sono due concetti antitetici, che insieme non dovrebbero mai stare. Ma la seduzione del business facile mette in crisi anche un settore orientato alla sostenibilità ambientale e sociale. 
L'olio di palma biologico è l'ingrediente base per molti prodotti alimentari biologici trasformati. In molti casi la sua presenza è difficilmente rintracciabile perché indiretta, come in margarine, creme da spalmare o altri prodotti confezionati, in altri palese e dichiarata. 
Secondo il servizio del Report Mainz tale olio sarebbe contenuto in molti prodotti dei principali marchi del biologico mondiale, che in Germania sono Alnatura, Rapunzel e Allos.

Esperanza María Ramírez dell'Agenzia per i Diritti Umani ravvede nello sgombero di Las Pavas un'azione violenta ed illegale.  Al contrario l'azienda si presenta come proprietaria degli appezzamenti terrieri e considera l'azione di sgombero del tutto legale. 
Secondo l'inchiesta giornalistica negli scorsi anni la Daabon, con l'aiuto di azioni poliziesche, avrebbe estirpato le coltivazioni di cacao e mais di 123 famiglie e cacciato i contadini dalle loro terre. Su questi terreni sono stati impiantate colture massicce per la produzione di olio di palma biologico. 
L'Agenzia per i Diritti Umani ha sottoposto il caso al Consiglio di Stato Colombiano.
Alnatura, Rapunzel e Allos per adesso hanno sfoderato i certificati di garanzia della Daabon e si sono dichiarate pronte ad informarsi maggiormente sulle azioni dei loro fornitori. La  Rapunzel ha annunciato un'ispezione sul posto e promette di confrontarsi con la Daabon sulla necessita di attuare misure correttive. Dichiarazioni  di coerenza etica sono state fatte anche dalla Allos. Ma gli osservatori considerano queste dichiarazioni tardive, perché il controllo della filiera è imprescindibile, soprattutto in un settore che si presenta sostenibile e dal volto umano. 
In Germania, dove le inchieste giornalistiche, e soprattutto quelle giudiziarie, vengono prese sul serio, il settore biologico viene duramente messo alla prova, in una probabile perdita di fiducia dei consumatori.
Ma se vogliamo che il biologico sopravviva, è sempre meglio avere coraggio e fare luce anche sulle sue ombre. Non è così?


Fonte:  13/04/2010

lunedì 14 febbraio 2011

Da dove viene la spesa BIO ???

Un'assurdià dei nostri tempi è che occorre 'documentare' di  produrre  'naturalmente' mentre chi utilizza concimi e fertilizzanti a go-go' non è soggetto a questa pratica.

Per produzione 'naturale' s'intende quella praticata dai nostri nonni, prima che la chimica prendesse il sopravvento in agricoltura grazie al chimico tedesco  Justus von Liebig, morto nel 1873, che è conosciuto come il padre del fertilizzante per la sua scoperta di come le piante si nutrono di elementi chimici e l'inventore del 'dado di carne'.

Ora che il biologico certificato, sta avendo grande diffusione e nei negozi troviamo anche  prodotti BIO proveniente da diversi paesi del mondo, c'è da chiedersi se non sia meglio un'insalata a km zero dall'agricoltore convenzionale, ma che conosciamo e sappiamo come produce,  piuttosto che quella Bio proveniente dall'altra parte del mondo !!!

Posto che la carne  BIO sia prodotta in condizioni ottimali in 'Argentina o le arance BIO coltivate a norma  in Marocco,  sorge qualche dubbio sul deterioramento  durante il trasporto o di 'trattamenti' per arrivare freschi sulle nostre tavole. Oltre all'inquinamento per il trasporto!

Una risposta a questo quesito è intensificare la conoscenza diretta di chi produce il cibo, dell'ambiente che lo circonda e scoprire che ci sono prodotti non certificati che sono più buoni e sani di altri con tanti bollini !!!

Restando in Europa, ecco alcuni dati sulla diffusione delle produzioni bio, vicino a noi: 

Sul fronte del biologico, Spagna batte Italia: nel 2008, infatti, la Spagna ha consacrato all’agricoltura biologica 1,3 milioni di ettari contro 1 milione dell’Italia. A ruota seguono Germania con 900.000 ettari, Regno Unito, 700.000, e Francia, 600.000. Sono i dati pubblicati da Eurostat, l’Ufficio statistico europeo, in cui si sottolinea che in tre anni, dal 2005 al 2008, nell’Ue a 25 (Bulgaria e Romania, escluse) sono aumentate del 21% le superfici destinate alla produzione biologica.
L’Italia, in particolare, riporta Eurostat, ha conosciuto tra il 2007 e il 2008 una diminuzione del 13% dei terreni destinati al biologico, ma i dati più recenti sul settore, resi noti lo scorso febbraio dal ministro per le politiche agricole e alimentari Luca Zaia, parlano di una crescita nei consumi del 7,4%, solo nel primo semestre 2009. In Italia 45.000 aziende coltivano oltre 1 milione di ettari, con un fatturato di 3 miliardi di euro.
I dati di Eurostat rappresentano una prova ulteriore che, nonostante la crisi che ha conosciuto il comparto, il biologico tiene e vi sono ancora margini di espansione: si produce frutta e verdure, latte e carni ma mancano cereali e soia bio che l’Ue importa da Cina e Ucraina. E proprio verso queste produzioni si stanno indirizzando molto produttori europei di biologico. Solo nel 2008, scrive Eurostat, gli italiani sono stati i primi in Europa per aver 
convertito totalmente al biologico oltre 430.000 ettari destinati inizialmente ai seminativi

fonte: blogbiologico.it   5 Marzo 2010

domenica 13 febbraio 2011

M’ILLUMINO DI MENO 2011


Uniti nell’energia pulita
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Il 18 febbraio 2011 torna M’illumino di meno, la più radiofonica campagna sul risparmio energetico mai escogitata sul globo terracqueo.
La Giornata del Risparmio Energetico 2011,special edition per i 150 anni dall’unità d’Italia, è fissata per il 18 febbraio 2011. Anche quest’anno Caterpillar invita comuni, associazioni, scuole, aziende e case di tutt’Italia ad aderire all’iniziativa creando quel “silenzio energetico” che ha coinvolto le piazze di tutt’Europa negli anni scorsi, per fare spazio, dove possibile, ad un’accensione virtuosa, a base di fonti rinnovabili.
Per il 18 febbraio cerchiamo, contestualmente agli spegnimenti simbolici, accensioni originali di luci pulite a tema tricolore. Turbine, lanterne, Led o biciclette, che alimentino tricolori luminosi su tutto il territorio nazionale. Impariamo a risparmiare, a produrre meglio e a pretendere energia pulita per tutti.
Allo stadio attuale della ricerca tecnologica è già possibile produrre energia con il sole, il vento, il mare, il calore della terreno o con le biomasse. Facendo appello all’inesauribile ingegno italico invitiamo tutti, dagli studenti ai precari, dalle aziende in crisi alle amministrazioni comunali, a misurarsi con la green economy adottando un sistema pulito per spegnere lo spreco e accendere una scenografia tricolore il 18 febbraio 2011. Segnalateci la vostra intenzione di ideare eventi che riuniscano più persone, privilegiando luoghi aperti e pubblici, particolarmente visibili, trovando modi creativi e poco dispendiosi per accendere luci rosse bianche e verdi nelle piazze spente di tutt’Italia, per testimoniare la necessità di una gestione più “illuminata” del nostro futuro.
Durante la campagna racconteremo per radio le buone pratiche di produzione e di consumo intelligente di energia, e daremo voce alle adesioni più interessanti.
Nella puntata speciale per M’illumino di meno, in onda il 18 febbraio dalle 17 alle 19,30 dall’interno del Castello di Rivoli, prevediamo collegamenti telefonici con le più prestigiose adesioni all’iniziativa di quest’anno; durante la diretta 150 sindaci s’impegneranno ad amministrare le proprie città con oculatezza nel segno della sostenibilità ambientale. L’idea è quella di sottoscrivere una sorta di “giuramento” per ridurre i consumi e sostenere con ogni mezzo le energie alternative. Tutti con fascia tricolore per l’occasione. Parallelamente, il Dipartimento Educazione del Castello di Rivoli organizzerà un grande evento collettivo nell’ambito del progetto Italiae. 150 eventi in piazza per ri-disegnare l’Italia.
Anche all’estero cercheremo esperienze di razionalizzazione dei consumi e di amministrazioni virtuose dal punto di vista della gestione sostenibile delle risorse energetiche.

giovedì 10 febbraio 2011

Carciofi spinosi, il prezzo si dimezza e la tenerezza ci guadagna

08/02/2011 - Sloweb
Visto che questa rubrica è ospite delle pagine delle previsioni del tempo – ed è quanto mai corretto perché parliamo soprattutto di stagionalità dei prodotti – questa settimana ci lanciamo anche noi in una piccola previsione, ma praticamente a colpo sicuro. Febbraio e marzo sono i mesi ideali per i carciofi spinosi, molto consumati al Nord, e in misura minore anche nel resto del Paese. Siamo nel momento in cui di solito sono più buoni, magari non bellissimi a vedersi perché il freddo li rende un po’ “spelacchiati”, ma decisamente teneri. In più, diciamo la prossima settimana, scomettiamo che il prezzo dei carciofi spinosi crollerà. Se fino ad ora gli esemplari migliori si attestavano su un Euro o 1,20 l’uno (il prezzo dei carciofi va a pezzo, non a peso), è quasi certo che nei prossimi giorni il prezzo quasi si dimezzerà, come anche quello degli esemplari meno validi, fino a 30 o 40 centesimi l’uno.
Il carciofo con le spine è tra le tante varietà italiane esistenti, che riescono a coprire un po’ tutto il periodo da novembre a maggio. È coltivato prevalentemente in Sardegna, un po’ in Sicilia e anche in Liguria nella piana di Albenga e a Sanremo. Parliamo come sempre delle produzioni più rilevanti, ma ciò non toglie che si trovi, locale, anche in altri territori. In ogni caso ci saranno tantissime probabilità che i carciofi spinosi sui banchi dei vostri mercati in questo periodo arrivino dalla Sardegna. Per questo motivo ci sentiamo di fare la previsione: le condizioni climatiche nell’isola sono state ideali perché se ne immettano tantissimi sul mercato nei prossimi giorni e siano anche molto buoni. Il carciofo, come tutte le verdure invernali, ha bisogno di grandi escursioni termiche tra giorno e notte per esaltare le proprie caratteristiche organolettiche. Con il freddo notturno e il sole di giorno (più che il caldo, conta la fotosintesi clorofilliana) maturano rigogliosi e diventano teneri, molto meglio di quelli che abbiamo potuto comprare sin qui o che compreremo poi a fine stagione. Le abbondanti piogge delle settimane scorse hanno infine fatto il resto, aggiungendo un elemento particolarmente favorevole poiché in Sardegna generalmente non ci sono grandi impianti d’irrigazione.
Sono ottimi per accompagnare altri ingredienti: per esempio li abbiamo provati con estrema soddisfazione con animelle e filoni, e anche su una robiola di Roccaverano.

di Carlo Bogliotti

La rubrica Sabato al Mercato la trovi su La Stampa ogni sabato alla pagina delle previsioni del tempo

fonte: www.slowfood.it 

lunedì 7 febbraio 2011

Come leggere la data di produzione di un prodotto in scatola

Tutti "leggono" la data di scadenza: febbraio 2013 però.  bene sapere anche la data di produzione; magari sono stati prodotti 5 anni prima....


Se acquisto una scatola di pelati posso ben vedere che scade nel 2013.....però se vedo che la lattina è stata prodotta a dicembre...ho già la ragionevole certezza che è stato usato del pomodoro surgelato.

Invece di scrivere chiaramente la data di produzione (come la data di scadenza) il Ministero delle Attività Produttive permette di usare un codice che consente la tracciabilità del prodotto in caso di "guai".

Il codice è composto da una lettera e da una serie di numeri. La Lettera indica l'anno ed i numeri il giorno dell'inscatolamento.

Ogni anno -entro gennaio max febbraio- il Ministero indica la "lettera" relativa all'anno appena iniziato...ecco la serie degli ultimi 4 anni:

2010 N                2009 R                      2008 A                        2007 C



Quindi il mio pelato che ha la sigla N234 è stato inscatolato il 234°giorno dell'anno 2010 = 22 Agosto, nella piena stagione di produzione dei pomodori; quindi ho la ragionevole certezza che il contenuto è un prodotto fresco.




Se la sigla fosse N350 (pomodoro inscatolato il 350°giorno dell'anno 2010) cioè il 20 di dicembre, avrei la ragionevole certezza che per il contenuto era stato usato del pomodoro surgelato.

venerdì 4 febbraio 2011

Arance Sileci: primo arrivo autogestito

Ieri è arrivato il primo carico di arance dalla Sicilia interamente gestito dal nostro GAS, dall'infaticabile Adriana.



Nonostante le ansie e paure della vigilia, tutto si è svolto nel migliore dei modi; il camion è arrivato...in anticipo (!) rispetto all'ora indicata e quando i 'rinforzi' sono arrivati ,  hanno trovato i 3 pallet (132 cassette)  già scaricati da Alessandro, con l'aiuto di un muletto imprestato da un vicino.


Lo spazio lavorativo di Alessandro è stato invaso per tutto il pomeriggio dai gasisti e 'simpatizzanti'; servizio impeccabile con carrello per trasporto casse alla macchina e...tanta disponibilità da parte di Alessandro per questa festosa invasione, che ringraziamo vivamente.  Si è detto pronto a ripetere l'esperienza!



Non occorre nascondere un piccolo giallo per la scomparsa di alcune cassette di 'Navel spremute',  messe  poi nella pila sbagliata e qualche svista di calcolo, nonché ulteriori richieste di precisazione sul costo del trasporto che, purtroppo,  incide abbastanza sul costo del prodotto.
Si farà sicuramente esperienza di questi disguidi nella prossima consegna.

Ora i vostri commenti alla qualità del prodotto; le mie tarocco sono un poco 'pallide' e asprigne ma succose.


PS:
Per chi  si aspettava delle Tarocco rosse, visiti il seguente sito per un approfondimento sulle 'arance pigmentate' segnalato da Marina Sileci

La prima legge che finanzia i gruppi d'acquisto solidale

Articolo da La Repubblica sulla legge approvata dalla Regione Umbria a sostegno dei Gruppi di Acquisto  Solidali e Popolari


martedì 1 febbraio 2011

Carciofi: ricette insolite

Oggi è arrivata la prima consegna di carciofi sardi; fornitore Mario Terzitta di Valledoria (Sassari), in collaborazione con  il GAS Mediglia (28 cassette contenenti 20 carciofi cadauno = 560  carciofi !!!)

I modi di cucinare i carciofi sono numerosissimi....ma come utilizzare i gambi e le foglie anziché buttarli? ecco alcuni suggerimenti che coniugano bontà con  risparmio e riciclo!


Crema ai gambi di carciofi (per pastasciutta)
Polpette di gambi di carciofi
Flan di foglie esterne e gambi di carciofo
Vellutata di gambi di carciofo
Crema di gambi di carciofi con crostino al camembert
Risotto con gambi di carciofi