
Il provvedimento che ha per titolo: “Norme sulla qualità e la trasparenza della filiera degli oli di oliva vergini” è stato salutato con favore dalla maggioranza delle associazioni agricole ed agroalimentari: Unaprol, Cno, Alleanza cooperative, Cia e Coldiretti.
L’unica nota dissonante è quella di Confagricoltura: “Temiamo fortemente un appesantimento burocratico ed economico a carico delle imprese. Senza contare il peso del nuovo impianto sanzionatorio che, pur essendo giustamente dissuasivo rispetto ai possibili comportamenti illeciti, avrebbe dovuto attutire le disposizioni più gravose”.

Uno dei capitoli che interviene in maniera più sostanziale sulla filiera olearia italiana è proprio sui sistemi da adottare contro frodi e sofisticazioni. In particolare l’art. 12 dispone che venga accertata la responsabilità penale di eventuali comportamenti illeciti da parte di taluni soggetti e che la stessa, in caso di accertamento, venga estesa all’ente che questi soggetti rappresentano. L’art. 13 prevede sanzioni accessorie per contraffazione di olio Igp o Dop.
L’art. 14 prevede la pubblicazione della condanna sui quotidiani nazionali e il divieto per cinque anni di operare nel settore, oltre alla confisca di beni e denaro per il condannato che non possa giustificarne la provenienza. L’art. 15 dispone sanzioni accessorie in caso di condanna per adulterazione o contraffazione e divieto di svolgere attività imprenditoriali.
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