In “La spesa a pizzo zero”, il libro che ha scritto per Altreconomia, Francesca Forno, sociologa prova a spiegare perché il consumo consapevole è diventato uno strumento per combattere la Mafia di Giovanni Molaschi
Francesca Forno insegna Sociologia dei consumi all’Università di Bergamo. Come ricercatrice si è occupata dei movimenti sociali e collettivi. In Gran Bretagna, dove ha conseguito un dottorato, ha analizzato il movimento ambientalista italiano. Il suo lavoro è stato poi comparato a quello di altri professionisti provenienti da altre nazioni. Questa esperienza è servita a Francesca per capire le potenzialità dei cittadini. In “La spesa a pizzo zero”, il libro che ha scritto per Altreconomia, prova a spiegare perché il consumo consapevole è diventato uno strumento per combattere la Mafia.
Le storie raccolte dalla professoressa raccontano l’Italia scomparsa dall’attualità. Questa parte della nazione, nel libro, è rappresentata da Serena Bonura, 30 anni, di Furci Siculo (Messina). Serena, come racconta lei stessa, insieme ad altri il ponte sullo stretto lo sta già costruendo. “Il nostro ponte non è un’opera faraonica. E’ una rete di persone, del Sud e del Nord, che vuole cambiare la Sicilia”. Lei, come molti altri imprenditori, lavora grazie ai Gas, gruppi d’acquisto solidale, del Nord Italia. Questo incontro è stato possibile grazie alla rete.
“Internet - sostiene Francesca Forno - facilita l’organizzazione. Molto spesso i produttori si promuovono ai consumatori attraverso la rete. Roberto Li Calzi è uno di questi. La sua economia è stata salvata dai Gas. Era sul punto di chiudere. Non riusciva a sostenere la doppia mediazione tra Mafia e mercato. Grazie ai consumatori del Nord è riuscito a risanare la sua attività. I gruppi di consumatori del Nord e del Centro Italia cercano al Sud i prodotti agricoli di qualità che non si producono per ragioni climatiche. Questa domanda stimola lo sviluppo dell’economia legale del Sud. L’incontro tra queste due realtà non è confinato alla rete. D’estate molti produttori siciliani aprono le loro aziende ai Gas del Nord”.
In Sicilia i Gruppi d’acquisto solidale sono una realtà solo da pochi mesi. Secondo Retegas.org, il sito ufficiale dei Gruppi italiani d’acquisto solidale, nel 2010 in Sicilia esistevano 32 Gas, meno di un ventesimo di quelli presenti in tutta Italia. Dal 1994, anno della nascita del primo Gas, ad oggi sono nati più di 700 gruppi. Questo sviluppo tardivo sarebbe stato causato dai promotori di questo tipo di organizzazioni. “Al Nord - spiega Francesca Forno - il consumo consapevole è stimolato dai consumatori. Sono i consumatori che cercano i produttori. Insieme, spesso, si convertono al biologico. In Sicilia, invece, sono i professionisti che stimolano altri lavoratori a seguire il loro esempio. Le stime ci dicono che a Palermo l’80% dei negozianti paga il pizzo”.
Le storie raccolte dalla professoressa raccontano l’Italia scomparsa dall’attualità. Questa parte della nazione, nel libro, è rappresentata da Serena Bonura, 30 anni, di Furci Siculo (Messina). Serena, come racconta lei stessa, insieme ad altri il ponte sullo stretto lo sta già costruendo. “Il nostro ponte non è un’opera faraonica. E’ una rete di persone, del Sud e del Nord, che vuole cambiare la Sicilia”. Lei, come molti altri imprenditori, lavora grazie ai Gas, gruppi d’acquisto solidale, del Nord Italia. Questo incontro è stato possibile grazie alla rete.
“Internet - sostiene Francesca Forno - facilita l’organizzazione. Molto spesso i produttori si promuovono ai consumatori attraverso la rete. Roberto Li Calzi è uno di questi. La sua economia è stata salvata dai Gas. Era sul punto di chiudere. Non riusciva a sostenere la doppia mediazione tra Mafia e mercato. Grazie ai consumatori del Nord è riuscito a risanare la sua attività. I gruppi di consumatori del Nord e del Centro Italia cercano al Sud i prodotti agricoli di qualità che non si producono per ragioni climatiche. Questa domanda stimola lo sviluppo dell’economia legale del Sud. L’incontro tra queste due realtà non è confinato alla rete. D’estate molti produttori siciliani aprono le loro aziende ai Gas del Nord”.
In Sicilia i Gruppi d’acquisto solidale sono una realtà solo da pochi mesi. Secondo Retegas.org, il sito ufficiale dei Gruppi italiani d’acquisto solidale, nel 2010 in Sicilia esistevano 32 Gas, meno di un ventesimo di quelli presenti in tutta Italia. Dal 1994, anno della nascita del primo Gas, ad oggi sono nati più di 700 gruppi. Questo sviluppo tardivo sarebbe stato causato dai promotori di questo tipo di organizzazioni. “Al Nord - spiega Francesca Forno - il consumo consapevole è stimolato dai consumatori. Sono i consumatori che cercano i produttori. Insieme, spesso, si convertono al biologico. In Sicilia, invece, sono i professionisti che stimolano altri lavoratori a seguire il loro esempio. Le stime ci dicono che a Palermo l’80% dei negozianti paga il pizzo”.
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