DOMENICA 4 DICEMBRE
IL BALLO SUL TAMBURO
A SOMMA VESUVIANA E A PIMONTE
PESCHIERA
BORROMEO MI - Piazza Paolo VI - Centro Pertini
10:30-12:30
Tamburo
RAFFAELE INSERRA
struttura dello strumento, tecnica base, approfondimento stile monti Lattari
11:00-12:30
Canto
CATELLO GARGIULO
modi, tecniche e funzionalità del canto, del canto di lavoro e del canto sul
tamburo
14:00-19:30
Ballo
iscrizioni al
laboratorio e BALLO CON HIRAM SALSANO strutture comportamentali e
rigenerative del ballo sul tamburo nello stile dei Monti Lattari e sguardo allo
stile di Somma
19:30-21:00 Cena
condivisa
ognuno porta ciò che
desidera, noi mettiamo in tavola piattaglie, bicchieri, forchette,
tovaglioli ecc e poi vino, acqua e pane
21:00-23:00
Concerto a ballo
Contributo stage ballo 25
euro; strumento 20 euro; canto 15 euro;
Due stage scontati;
concerto ad offerta libera e responsabile
VOCI E SUONI DEI MONTI LATTARI
Nell'area dei monti Lattari, situata a sud di Napoli, è ancora vivo un ricco patrimonio popolare e sostanzialmente privo di contaminazioni. In quest'area, morfologicamente costituita da colline e montagne scoscese, sorgono tanti piccoli centri abitati legati ancora ad un'agricoltura manuale e ad una socialità molto stretta attorno al singolo tenendo così in vita ancora una trasmissione orale di saperi ed esperienze.
In musica tutto questo si traduce in numerosi canti a distesa legati per lo più al lavoro nei campi e in una "tammurriata", o meglio canto e ballo sul tamburo, molto "ricca" e potente. Il tamburo è (insieme ad altri strumenti idiofoni quali scacciapensieri, putipù, tricchebballacche, castagnette) l'unico strumento che accompagna la voce nelle occasioni di musica, insieme formano un duo inseparabile capace di coprire una gamma di suoni vastissima e capaci di suscitare negli astanti emozioni indescrivibili.
Dato che l'intera occasione di festa è affidata musicalmente al tamburo e alla voce, i due nel corso dei secoli si sono sempre più perfezionati e arricchiti arrivando a delle espressioni di altissimo livello interpretativo.
Nell'area dei monti Lattari, situata a sud di Napoli, è ancora vivo un ricco patrimonio popolare e sostanzialmente privo di contaminazioni. In quest'area, morfologicamente costituita da colline e montagne scoscese, sorgono tanti piccoli centri abitati legati ancora ad un'agricoltura manuale e ad una socialità molto stretta attorno al singolo tenendo così in vita ancora una trasmissione orale di saperi ed esperienze.
In musica tutto questo si traduce in numerosi canti a distesa legati per lo più al lavoro nei campi e in una "tammurriata", o meglio canto e ballo sul tamburo, molto "ricca" e potente. Il tamburo è (insieme ad altri strumenti idiofoni quali scacciapensieri, putipù, tricchebballacche, castagnette) l'unico strumento che accompagna la voce nelle occasioni di musica, insieme formano un duo inseparabile capace di coprire una gamma di suoni vastissima e capaci di suscitare negli astanti emozioni indescrivibili.
Dato che l'intera occasione di festa è affidata musicalmente al tamburo e alla voce, i due nel corso dei secoli si sono sempre più perfezionati e arricchiti arrivando a delle espressioni di altissimo livello interpretativo.
Il versante nord dei monti Lattari è
caratterizzato da una tammurriata molto ritmata, ricca di terzine e
ritardi, quasi ad imitare l'ansimare in salita della gente di questi
luoghi. Spostandosi sul versante sud, in costiera amalfitana, il ritmo diventa staccato
e ripetitivo evocando atmosfere di antiche guerre che
per secoli hanno segnato la vita di questi
luoghi. Scendendo verso la piana di S. Antonio Abate il ritmo
diventa, invece, più largo e posato.
Un maestro di questo antico strumento, o' tammurr, è Raffaele Inserra, (che ne è anche uno straordinario costruttore).
A' voce stesa, così vengono chiamati dagli anziani i canti eseguiti con la sola voce, senza strumenti. Il canto, tra questi monti, ha assunto il ruolo principale in tutto il patrimonio musicale tradizionale, tutto ruota attorno ad esso. Accompagna tutti i vari lavori che vengono eseguiti nei campi ed in montagna durante tutto l'anno. Per ogni lavoro esiste una melodia specifica, sviluppatosi sui movimenti e sui tempi (intesi come respiro) di quella determinata mansione. Si va dal canto sulla zappa, al canto per la raccolta delle olive, etc...
Un interprete di queste armonie vocali è Catello Gargiulo, classe '84, giovane collaboratore di Raffaele nella costruzione dei tamburi. Da sempre legato alla tradizione della sua terra, apprendere i vari tipi di canto direttamente dagli anziani cercando di conservarne intatte tutte quelle sfumature, questi merismi che rendono questi canti melodie "fuori dal tempo"
LA DANZA
E' un ballo che nasce in un contesto contadino, veniva praticato da chi si dedicava al faticoso lavoro della terra e soprattutto veniva vissuto da questi come un irrinunciabile momento di ristoro; paradossalmente ci si riposava attraverso la pratica della danza che in questo contesto appunto non aveva soltanto una funzione estetica e coreografica ma anche e soprattutto terapeutica in quanto, contribuiva alla riconquista delle energie fisiche e posturali smarrite durante la giornata; sociale in quanto rappresentava un momento di aggregazione, di condivisione delle proprie stanchezze e al contempo delle proprie gioie.
Il ballo sul tamburo dava e dà la possibilità di esprimere attraverso movimenti corporei, fisici, le proprie emozioni e vibrazioni interiori.
Nello specifico, il ballo dei monti lattari, segue esclusivamente il continuo ritmo del tamburo ed è questo che contribuisce a rendere particolari e unici i movimenti di questa danza che, all'incalzare del battere del tamburo, diventa sempre più schematica, tanto da indurre la trascendenza dell'elemento razionale, in altre parole una reale metamorfosi interiore.
INFO CATELLO GARGIULO
Un maestro di questo antico strumento, o' tammurr, è Raffaele Inserra, (che ne è anche uno straordinario costruttore).
A' voce stesa, così vengono chiamati dagli anziani i canti eseguiti con la sola voce, senza strumenti. Il canto, tra questi monti, ha assunto il ruolo principale in tutto il patrimonio musicale tradizionale, tutto ruota attorno ad esso. Accompagna tutti i vari lavori che vengono eseguiti nei campi ed in montagna durante tutto l'anno. Per ogni lavoro esiste una melodia specifica, sviluppatosi sui movimenti e sui tempi (intesi come respiro) di quella determinata mansione. Si va dal canto sulla zappa, al canto per la raccolta delle olive, etc...
Un interprete di queste armonie vocali è Catello Gargiulo, classe '84, giovane collaboratore di Raffaele nella costruzione dei tamburi. Da sempre legato alla tradizione della sua terra, apprendere i vari tipi di canto direttamente dagli anziani cercando di conservarne intatte tutte quelle sfumature, questi merismi che rendono questi canti melodie "fuori dal tempo"
LA DANZA
E' un ballo che nasce in un contesto contadino, veniva praticato da chi si dedicava al faticoso lavoro della terra e soprattutto veniva vissuto da questi come un irrinunciabile momento di ristoro; paradossalmente ci si riposava attraverso la pratica della danza che in questo contesto appunto non aveva soltanto una funzione estetica e coreografica ma anche e soprattutto terapeutica in quanto, contribuiva alla riconquista delle energie fisiche e posturali smarrite durante la giornata; sociale in quanto rappresentava un momento di aggregazione, di condivisione delle proprie stanchezze e al contempo delle proprie gioie.
Il ballo sul tamburo dava e dà la possibilità di esprimere attraverso movimenti corporei, fisici, le proprie emozioni e vibrazioni interiori.
Nello specifico, il ballo dei monti lattari, segue esclusivamente il continuo ritmo del tamburo ed è questo che contribuisce a rendere particolari e unici i movimenti di questa danza che, all'incalzare del battere del tamburo, diventa sempre più schematica, tanto da indurre la trascendenza dell'elemento razionale, in altre parole una reale metamorfosi interiore.
INFO CATELLO GARGIULO
Catello Gargiulo, classe '84, giovane
collaboratore di Raffaele Inserra nella costruzione dei tamburi. Da sempre
legato alla tradizione della sua terra, apprendere i vari tipi di
canto direttamente dagli anziani cercando di conservarne intatte tutte
quelle sfumature, questi merismi che rendono questi canti melodie
"fuori dal tempo"
INFO HIRAM SALSANO
Hiram Salsano, studentessa di euritmia alla libera Universita di Dornach, ricercatrice appassionata delle tradizioni popolari del sud Italia in particolar modo di quelle Campane, si dedica da anni alla paziente osservazione ed analisi di coloro che sono i portatori delle antiche tradizioni popolari, sviluppando cosi una conoscenza minuziosa del patrimonio artistico culturale contadino.
INFO HIRAM SALSANO
Hiram Salsano, studentessa di euritmia alla libera Universita di Dornach, ricercatrice appassionata delle tradizioni popolari del sud Italia in particolar modo di quelle Campane, si dedica da anni alla paziente osservazione ed analisi di coloro che sono i portatori delle antiche tradizioni popolari, sviluppando cosi una conoscenza minuziosa del patrimonio artistico culturale contadino.
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