Calendario Ordini

venerdì 23 gennaio 2015

SPUNTI DI DISCUSSIONE SUL Km ZERO

Vi segnaliamo due interessanti contributi recentemente apparsi su Repubblica e riportati da eddyburg

POMODORI A GENNAIO E INSALATA DI SERRA: ANCHE IL KM0 PUO' FARE MALE ALL'AMBIENTE

di Jenner Meletti

«KM ZERO », quasi un mito. Vedi il cartello appeso davanti al negozio o al ristorante e immagini il contadino che ogni mattina, magari a piedi, viene a portare qui l’insalata, la gallina, i pomodori. Agnelli che non arrivano dall’altra parte del mondo, latte portato da una stalla vicina, così puoi ascoltare i muggiti delle mucche. «Solo noi italiani — dice Sandra Chiarato della Coldiretti veneta — potevamo inventare un marchio come questo. In Cornovaglia, davanti ai ristoranti, c’erano i cartelli “Kilometri 100” e avevano un grande successo. Km 0 poteva nascere solo in questo nostro Paese dove abbiamo ogni ben di Dio sottocasa». C’è una legge del 2008, nella Regione Veneto, fatta proprio per «orientare e sostenere i consumi dei prodotti agricoli a chilometro zero». «L’idea di consumare ciò che la terra produce vicino a casa tua — raccontano Luca Motta della Coldiretti veneta e i funzionari del Csqua, il centro servizi qualità alimentare della Regione — è ottima, e non solo perché meno chilometri si percorrono, meno si inquina. Comprando dal produttore o nel mercato dei contadini puoi salvare frutta e verdura che altrimenti andrebbero perdute. Il nostro è soprattutto un movimento culturale: per non dimenticare i prodotti della nostra terra, per spiegare a tutti che il “cibo” non è solo quello che si trova incellofanato nei banchi dei supermercati ».

Quando un’idea diventa business, c’è però chi ne approfitta. «La legge non ha ancora i regolamenti attuativi e adesioni e controlli sono ancora su base volontaria. E così puoi trovare fruttivendoli con il cartello Km 0 che vendono banane ed ananas. Radicchi a gennaio, ciliegie a maggio, meloni e cocomeri a luglio, pomodori per tutta l’estate… Devi produrre nella stagione giusta e solo ciò che è legato al territorio. Un pomodoro maturato a gennaio qui al nord potrà essere geograficamente a chilometro zero, ma resta una scelta assurda: come puoi risparmiare CO2 sui chilometri senza tenere conto del gasolio bruciato nelle serre? ».

C’è però chi contesta l’utilità del Km 0, anche quando è realizzato secondo le regole. «Io penso — dice Dario Bressanini, docente di scienze chimiche e ambientali all’università di Insubria e autore del libro Pane e bugie — che il Km 0 sia un’illusione. Non basta dire: la frutta e la verdura sono prodotte qui vicino dunque non inquinano. Se usi la tua auto per andare a comprare un solo chilogrammo di verdura a 10 chilometri di distanza — lo studio è stato fatto dalla Lincoln University — generi più CO 2 che facendola arrivare direttamente dal Kenya. Se pensate di spendere meno e di trovare una qualità migliore, fate bene a servirvi dal contadino. Ma non pensate di salvare l’ambiente».

Secondo il Defra — il ministero dell’ambiente e dell’agricoltura britannico — il food mile, che si può tradurre con miglio alimentare, non può essere una misura attendibile dell’impatto ambientale totale. Non basta seguire il viaggio delle merci: è stato calcolato infatti che il 48% dei chilometri sono percorsi dal compratore. Un furgone che trasporta 100 polli in un punto vendita fa muovere le cento auto di chi va a comprare un solo pollo. «Helman Schlich e Ulla Fleisner dell’università di Giessen hanno accertato che il costo energetico totale dell’agnello importato dalla Nuova Zelanda è inferiore a quello prodotto in Germania, dove l’agnello deve essere tenuto al coperto, riscaldato e nutrito con mangimi per cinque mesi. Produrre un chilo di pomodori in Svezia, ovviamente in serra, costa 66 megajoule (unità di misura dell’energia spesa dall’aratura alla raccolta e non solo per il trasporto, ndr) mentre farli arrivare dalla Spagna costa “solo” 5,4 mj. E questo vale, con numeri diversi, anche per le fragole del Sud Africa, le mele dell’Argentina, la verdura del Nord Africa…». Chi ama i farmers market o gli spacci delle aziende contadine conosce però il «peso» dei chilometri. I Gas, gruppi di acquisto solidale, con un solo furgone vanno a prendere la frutta e la carne per un intero condominio. Sono circa 80, in Veneto, i ristoranti, bar, panifici, gastronomie a Km 0. La trattoria Ballotta, a Torreglia, la porta dei Colli Euganei, è stata la prima ad aderire all’iniziativa. «Al primo posto — dice Fabio Legnaro, il titolare — ci vuole l’onestà. Io in inverno non uso pomodoro di serra ma la conserva preparata in estate. I piselli li surgelo a primavera. Onestà vuol dire, in questi giorni, proporre in menù, come freschi, solo i radicchi, le verze, le cicorie e poco altro. Km 0 adesso è al 20% del totale, a giugno arriveremo al 70%, con una media annuale del 40%».

«L’Italia dipende dall’estero — dice Dario Bressanini — per il 70% del grano tenero, per il 40% di quello duro, per il 25% del mais, per il 90% della soia e per il 50% della carne. La nostra bilancia agroalimentare è in rosso per 10 miliardi di euro all’anno. Non è certo con la cipolla bio di Tropea o le lenticchie di Castelluccio — peraltro buonissime — che riusciremo a pareggiare i conti».

UNA RICETTA VINCENTE, SE SI RISPETTA IL BUON SENSO

di Carlo Petrini

Letteralmente, non ha ragione il proverbio per il quale «se ciascuno pulisce davanti alla propria casa, tutta la città sarà pulita». Perché la città ha anche edifici pubblici, spazi non abitati, zone di servizio o di passaggio. Ma è anche vero che quanto sicuramente ognuno di noi può fare è proprio pulire davanti a casa propria. A chiusura di ogni incontro pubblico su questioni globali si leva sempre una mano per chiedere: «Ma noi cittadini, nella nostra quotidianità, cosa possiamo fare?». Ecco: cominciamo a pulire davanti alla nostra casa.

Con i nostri gesti quotidiani di acquisto, con le scelte alimentari. Stabiliamo che c’è una parte della nostra vita quotidiana che ci obbliga a fare chilometri: beviamo caffè, tè, mangiamo cioccolata, banane. Queste sono le piazze, i giardini, le zone della città che non possiamo pulire. Qualcuno si preoccuperà di rendere quei consumi quanto più sostenibili possibile (non possiamo pulirle, quelle strade in comune, ma possiamo contribuire a non sporcarle, se le attrezzano con cestini e noi rispettiamo le regole del vivere in comunità), allora serviranno ancora chilometri, ma almeno saranno bio ed equi. Ma non viviamo solo di caffè e banane.

Viviamo anche di pane, verdura, carne, frutta, latte, formaggi: questo è il pezzetto di strada davanti a casa nostra. Qui possiamo fare la differenza. Badando alla stagionalità di quel che scegliamo, che è un accorciatore di distanze. Prediligendo i mercati della vendita diretta. Perché il Km 0 è un modo diverso di dire buon senso civico ed ecologico. E solo chi non ha voglia di prendere sul serio né la civiltà né l’ecologia prende alla lettera quel vecchio proverbio per dire che i comportamenti del singolo non bastano, non servono a niente. E intanto la città resta sporca.



lunedì 5 gennaio 2015

LE FESTE FINISCONO, COMINCIA IL CAMBIAMENTO!



Da tutto il GAS Peschiera Borromeo i migliori auguri di buone feste, in ritardassimo ma ancora in tempo utile!
Che il 2015 sia all'insegna del consumo critico e responsabile, della sana alimentazione e del rispetto dell'ambiente
E per chi volesse fare o farsi un regalo di buon auspicio ecco la nostra proposta ecosostenibile…


per scaricare il file pdf clicca qui

IL CALENDARIO DEL CAMBIAMENTO 2015 parla di  transizione, decrescita, rifiuti zero, pubblicità ingannevoli, sistema bancario, GAS, km  zero, sostenibilità, filiera corta,monete alternative, banca del tempo,energie rinnovabili, cambiamento climatico, permacoltura, cohousing, autocostruzione, autoproduzione, e tanto altro

Gratis, devi solo stamparlo e appenderlo! (Appenderlo e girarlo ai tuoi amici sarà il regalo che farai a me!)

questo mondo vedi anche tu che va cambiato un pochino.. non va un gran bene.. appendere questo calendario e diffonderlo lo cambierà fidati!

SE NON HAI TEMPO O VOGLIA O LA STAMPANTE PER STAMPARLO ALMENO GIRALO AI TUOI AMICI! NON COSTA NULLA, MA RESTA UN RAGALO FATTO A IMPATTO ZERO, E MAGARI MIGLIORA UN PO IL TUO MONDO!

è una specie di calendario di frate indovino ma progressista.
penso ti sia capitato sotto gli occhi quello di frate indovino qualche volta. se ci pensi bene ogni pagina resta aperta un mese, e ogni volta che si va a guardare il calendario se ne legge un pezzo, anche se si è scettici. e il tarlo delle nuove idee inizia a lavorare. sicuramente ti sarà capitato di incrociare quello di frate indovino.. anche se ritieni siano sciocchezze qualche frase la leggi sempre. e quindi perchè non appendere in casa qualche idea nuova che in televisione non viene mai raccontata?

informazioni di stampa
:
Per la prima volta (a grande richiesta) il calendario è a colori,ma è stato studiato per avere un' ottima resa in scala di grigi. quindi se non si vuole spendere un capitale per stamparlo a colori si può stampare benissimo in bianco e nero.
il file in pdf è studiato per essere stampato fronte retro. ovviamente puoi stamparlo solo fronte ma poi quando lo appendi non vedi il paginone.
in pratica devi stampare prima selezionando solo le pagine dispari e poi stamparci dietro le pari.
il mio consiglio se non sei pratico con la tua stampante è di fare una piccola x su un angolo della prima pagina da stampare. così quando stampi il retro guardando dove è finita la croce nella stampa capisci come girare i fogli.

montaggio del calendario:
Devi fare dei buchi con la bucherellatrice o con la punta di una penna sul lato in alto della copertina e di tutti fogli sottostanti fai due fori a circa 15 cm uno dall'altro sul lato inferiore solo 1 centrato. dove ci sono i 2 fori devi metterci 2 spaghi o cordicelle o i nastri riciclati dai regali. il buco singolo sull'altro lato invece si usa per appenderlo alla parete.

EDIZIONE 2016: se hai idee da condividere e vuoi partecipare all'edizione 2016 o richiedere a fine 2016 l'edizione gratuita del 2016 scrivi a calendariodelcambiamento@gmail.com