Calendario Ordini

domenica 27 maggio 2012

Lo spreco alimentare: cause, impatti e proposte


Il rapporto del BARILLA  CENTER FOR FOOD AND NUTRITION, sullo spreco alimentare.

Leggilo QUI

Le cause di perdite e sprechi alimentari sono molteplici e avvengono ad ogni livello della filiera agroalimentare. Il position paper di BCFN, "Perdite e sprechi alimentari: cause, impatti e proposte", contiene un/analisi puntuale di un fenomeno complesso, difficile da controllare, che rappresenta uno dei principali e più evidenti paradossi del sistema alimentare globale.

Il controllo del food waste è una delle frontiere della sostenibilità alimentare, un territorio ampiamente inesplorato e, nonostante le sue impressionanti dimensioni, raramente inquadrato dai riflettori dei mass media. Il fatto stesso che non esista una definizione di "spreco alimentare" univoca e condivisa dagli addetti ai lavori, indica quanto lungo sia ancora il percorso da percorrere verso l'ottimizzazione della produzione e del consumo di cibo.

Nel paper, oltre alla descrizione del fenomeno, misurato da numeri stupefacenti, viene anche proposta una possibile via economica, sociale e politica alla risoluzione del problema con una consapevolezza: evitare gli sprechi alimentari è una responsabilità delle istituzioni, degli operatori della filiera agroalimentare quanto del singolo cittadino.





 Compro il giusto, consumo tutto, non spreco nulla
La prima regola per non sprecare è non fare acquisti inutili
Il vero problema, alla base di tutto, è la nostra tendenza a non fare una reale pianificazione   della spesa. Ma la lista della spesa non sempre basta a limitare la nostra indole consumista:  è meglio prevedere un menu settimanale e stabilire un budget mensile dedicato al cibo   perché è meglio avere la “lista della spesa” quando si entra in un supermercato.
È un esercizio difficile ma va fatto: resistere ai richiami degli scaffali e, senza farsi
condizionare troppo dalle  promozioni, acquistare solo l’essenziale, ossia quello che ci serve davvero e che siamo sicuri di consumare o conservare in modo corretto:  è una regola aurea nella lotta agli sprechi che ci permette anche di risparmiare.
Scegliamo quando possibile prodotti sfusi di cui possiamo dosare meglio le quantità, sulla base delle nostre reali esigenze.
E’ consigliabile non andare a fare la spesa quando si ha fame.



Il cibo è denaro
     Il cibo non significa solo calorie ma anche euro…
     Circa il 20% della spesa domestica è dedicato al cibo.
Se circa il 30% del cibo acquistato finisce direttamente nella
pattumiera, il conto è presto fatto: il 6-7% delle nostre spese
annuali è destinato a produrre nient’altro che rifiuti organici!
[Ecco quanto vale per ciascuno di noi evitare sprechi.





IL  CIBO E' UN'ARMA : NON SPRECARLO !!!
 ACQUISTA CON GIUDIZIO - CUCINA CON ATTENZIONE - MANGIA TUTTO




                                               



giovedì 24 maggio 2012

PARMIGIANO REGGIANO: NONOSTANTE IL TERREMOTO CONTINUA LA PRODUZIONE E LA FORNITURA ALLA DISTRIBUZIONE


SI STA CHIARENDO LA SITUAZIONE DEI DANNI E SI PROCEDE AL RECUPERO DEL FORMAGGIO

Reggio Emilia, 23 maggio 2012 - Dopo i primi momenti, è ora più chiara la situazione dei caseifici colpiti dal terremoto. Le forme cadute sono 300.000, ma si stima che una parte consistente sia stata danneggiata per la rottura della crosta. Le forme intatte sono recuperate e continueranno la stagionatura in modo normale in altri depositi, mentre quelle danneggiate saranno selezionate. Quelle danneggiate e già marchiate Parmigiano Reggiano con più di 12 mesi di stagionatura (la selezione per la Dop avviene al dodicesimo mese di stagionatura), previa verifica ed autorizzazione sanitaria saranno avviate alla commercializzazione come Parmigiano Reggiano. Il formaggio sotto i 12 mesi e non ancora marchiato, che avendo la crosta spaccata non può continuare la maturazione, dopo la selezione sarà conservato in magazzini refrigerati in attesa di essere utilizzato come ingrediente nelle preparazioni gastronomiche industriali o avviato alla produzione di formaggio fuso.
Parmigiano Reggiano: nonostante il terremoto continua la produzione e la fornitura alla distribuzione


Sisma, la corsa all'acquisto del parmigiano "terremotato"


Le forme danneggiate (circa 150.000) rappresentano solo il 5% della produzione annua (le forme prodotte nel 2011 sono state 3.231.915). Un solo caseificio ha dovuto interrompere totalmente la produzione ed il latte viene ora trasformato in altre strutture. Gli altri caseifici colpiti (una decina su 380) sono ancora in grado di continuare la produzione. Infatti i danni maggiori si sono avuti nel crollo delle impalcature dei magazzini di stagionatura, sia di questi caseifici, sia di alcune strutture destinate a fare il servizio di stagionatura per conto terzi. Questo spiega l'elevato numero di forme coinvolte.
Anche alcune stalle sono state colpite, ma la reazione dei produttori consente di proseguire la produzione di latte. Nonostante gli ingenti danni alle strutture e la perdita di un elevato numero di forme, è in atto un grande sforzo per garantire la produzione e la trasformazione quotidiana del latte e per assicurare i consumatori che le forniture alla distribuzione continueranno regolarmente. Si ringraziano tutti coloro che in queste ore hanno manifestato la propria solidarietà ai produttori del Parmigiano-Reggiano.

martedì 22 maggio 2012

Torta di fragole e rabarbaro


Un'insolita ricetta per utilizzare l'abbondanza di fragole di questo periodo



18/05/2012 - Con il nome di rabarbaro si indicano varie piante erbacee, dei generi Rumex e Rheum, usate a scopo alimentare e medicinale...

Osteria di Villafredda, Loneriacco di Tarcento (Udine)

Sbollentate e strizzate il rabarbaro. Pulite, lavate e asciugate le fragole. Battete nel frullatore il burro ammorbidito e lo zucchero. Aggiungete le uova e fate montare. Unite la farina, la vaniglia, il lievito e il latte necessario a ottenere un composto morbido. Imburrate una tortiera e cospargetela di zucchero. Versate le fragole e il rabarbaro e ricoprite con l’impasto. Infornate a 170°C per circa 25 minuti. Con il nome di rabarbaro si indicano varie piante erbacee, dei generi Rumex Rheum, usate a scopo alimentare e medicinale. In farmacopea e nell’industria dei liquori si impiega soprattutto il rizoma del cosiddetto rabarbaro della Cina (Rheum officinale), mentre per la produzione di foglie e piccioli fogliari si coltivano varietà originarie della Siberia. Le foglie giovani e tenere si consumano come gli spinaci, mentre i piccioli servono a preparare torte, confetture, gelatine, sciroppi e canditi, nonché liquori amari e aperitivi.

Per 6 persone mezzo chilo di fragole
125 g di rabarbaro
un etto e mezzo di farina di frumento
mezza bustina di lievito
un uovo intero e 2 tuorli
160 g di zucchero
latte
2 etti e mezzo di burro
mezza bustina di vanillina
Tempo di preparazione e cottura: 40 minuti


A cura di Cacio&Pepe

Questa ricetta è tratta da Le ricette di Osterie d’Italia, Slow Food Editore

martedì 8 maggio 2012

Trasformare i rifiuti in oro?




08/05/2012 - La Commissione Europea fa il punto sulla gestione dei rifiuti nei vari Paesi. 

Con la relazione Getting gold from garbage – how some Member States are making waste a resource, la Commissione Europea fa il punto della situazione sulla gestione dei rifiuti all'interno dei Paesi dell'Unione. Non sorprende che il quadro che ne emerge sia estremamente eterogeneo e che il lavoro da fare sia ancora molto, specie in alcuni Paesi, non ultima l'Italia. In media, all'interno dell'UE, circa il 40% dei rifiuti viene riciclato o sottoposto a compostaggio, il restante 60% viene smaltito in discarica (circa il 38%) o all'interno di inceneritori (22%). Analizzando la situazione all'interno dei singoli Stati membri, emergono differenze estremamente significative che, almeno in parte, ripropongono l'idea di un'Europa a due, se non più, velocità. Stando alla relazione pubblicata il 27 marzo da Eurostat, infatti, i Paesi più virtuosi nella gestione, nel recupero e nel riutilizzo dei rifiuti sarebbero quelli dell'area Centro-Settentrionale, mentre nell'Europa dell'Est la percentuale di rifiuti conferiti in discarica sfiora in alcuni casi il 100%. In effetti, analizzando i dati relativi al 2010, emerge come gli Stati membri più avanzati in materia siano Belgio, Danimarca, Germania, Austria, Svezia e Paesi Bassi. In questi Paesi, meno del 3% dei rifiuti urbani viene smaltito in discarica. Al contrario, in ben nove degli Stati membri (Bulgaria, Estonia, Grecia, Cipro, Lettonia, Lituania, Malta, Romania, Slovacchia), tale percentuale supera il 75% del totale dei rifiuti trattati. Tuttavia, anche i Paesi più 'virtuosi', nonostante riciclino in misura maggiore di quanto non facciano gli altri (le percentuali di rifiuti riciclati o sottoposti a compostaggio variano tra il 43% della Danimarca e il 70% circa dell'Austria), si caratterizzano per un uso non trascurabile d'inceneritori (in media circa il 40% dei rifiuti nei sei Stati sopra menzionati). Per quanto riguarda l'Italia, dei 531 kg di rifiuti generati annualmente per persona (la media europea è di 505 kg/persona l'anno), circa il 95% viene trattato: di questa porzione più della metà finisce in discarica, il 15% viene trattato all'interno di inceneritori e solo il 34% viene riciclato o sottoposto a compostaggio.

La relazione pubblicata dalla Commissione Europea enfatizza inoltre come i Paesi più all'avanguardia nella gestione dei rifiuti abbiano ottenuto simili risultati grazie alla combinazione di diversi strumenti politici. Anzitutto l'introduzione d'imposte e divieti sulle discariche e sugli inceneritori; ma anche sistemi di 'paga quanto getti' che si sono rivelati particolarmente efficienti nel prevenire la produzione di rifiuti e incoraggiare i cittadini a partecipare alla raccolta differenziata. Inoltre l'introduzione di meccanismi di responsabilizzazione dei produttori ha consentito a vari Stati membri di raccogliere e ridistribuire i fondi necessari a migliorare la raccolta differenziata e il riciclaggio.

Tuttavia è la stessa UE a rimarcare che per raggiungere gli obiettivi previsti nella normativa europea in materia di rifiuti e di impiego efficiente delle risorse, tali strumenti debbano essere generalizzati a tutti gli Stati membri. L'UE ha pertanto annunciato che, nel contesto del riesame degli obiettivi dell'Unione in materia di rifiuti, vaglierà l'ipotesi di rendere obbligatorie alcune di queste misure. Sulla stessa linea di pensiero, la Commissione Europea prevede di inserire la buona gestione dei rifiuti fra le condizioni per l'ottenimento di determinati fondi europei.

In generale, dunque, così come esplicitamente dichiarato da Janez Poto?nik, Commissario per l'Ambiente, la strategia europea è quella di puntare su “l'attrattività economica della prevenzione, del riutilizzo e del riciclaggio mediante strumenti economici selezionati” per sfruttare il “valore dei rifiuti”. In effetti, stando ai dati pubblicati dalla Commissione, nel 2008 il settore della gestione dei rifiuti e del riciclaggio nell'UE ha realizzato un fatturato di 145 miliardi di euro per un totale di circa 2 milioni di posti di lavoro. La piena attuazione della politica comunitaria sui rifiuti potrebbe creare altri 400.000 posti di lavoro nel Vecchio Continente, incrementando di 42 miliardi di euro il fatturato annuo del settore.

Sebbene sia difficile non condividere il concetto, sponsorizzato da Bruxelles, del rifiuto come risorsa, appare tuttavia necessario riflettere sugli strumenti economici selezionati al fine di promuovere tale visione. Al di là dei ben noti strumenti di tassazione e di disincentivo a inquinare, sarebbe infatti opportuno rimarcare l'importanza di misure di incentivo che mirino ad accrescere la consapevolezza dei singoli individui sulla convenienza (sociale, ma anche economica) della prevenzione, del riutilizzo e del riciclo. Ci si riferisce, anzitutto, a misure come il vuoto a rendere che, sebbene estremamente semplici tanto a livello concettuale quanto pratico-organizzativo, si dimostrano però utilissime al fine di promuovere modelli di consumo responsabile tra la cittadinanza. Puntare, cioè, non solo sulla coattività del 'paga quanto getti', ma anche sulla proattività del 'risparmia quanto riutilizzi e ricicli'. In questo modo i cittadini diventerebbero soggetti attivi nella valorizzazione della risorsa-rifiuto. Appare dunque fondamentale il sostegno ad attività innovative in questi campi, così come a quelle d'informazione sulle modalità di smaltimento dei rifiuti, di 'formazione' a un consumo responsabile e di diffusione di buone pratiche. La strada da fare per ottenere 'oro dalla spazzatura' è ancora lunga, ma forse nel frattempo possiamo ispirarci a una metafora più antica e aspirare a far crescere fiori dal letame. In questo caso non ci sarebbe bisogno di miracoli né trasformazioni, basterebbe solo saper piantare il seme. Senza dimenticare che sebbene sia prezioso, anche dall'oro, come dai diamanti, non nasce nulla.

Da sempre attenta alla riduzione degli sprechi e al riciclo dei rifiuti, Slow Food ha appena pubblicato Fulmini e polpette, una guida alle buone pratiche da adottare per contribuire alla salvaguardia del nostro pianeta. La guida sarà distribuita gratuitamente il 26 maggio in 300 piazze d’Italia  in occasione del secondo Slow Food Day.  Non mancare!